Solidarietà
mercoledì 11 Settembre, 2024
di Simone Casciano
Era il dicembre del 2016 quando le vie del centro di Trento, in una sera che declinava dall’autunno all’inverno, si accesero di più di 1.500 fiaccole. Ognuna di esse rappresentava uno dei partecipanti all’iniziativa «Il Trentino accoglie», una manifestazione spontanea, nata dal basso, per protestare contro i tagli all’accoglienza. Sono passati 8 anni da allora e nel frattempo non solo il sistema nazionale, ma anche quello di eccellenza trentino, sono stati ampiamente depotenziati (vedi articolo accanto, ndr). Eppure quella fiamma che bruciava 8 anni fa, quell’impegno ad accogliere e prendersi cura, non si è spenta nella comunità di Trento. A dimostrarlo è l’esperienza che sta partendo presso il Convento dei Frati Cappuccini alle Laste. Proprio nei giorni in cui la storica Mensa della Provvidenza apre i battenti nella sua nuova sede, il convento diventa il luogo da cui nasce un nuovo progetto di accoglienza, che potrebbe essere a sua volta il seme di un nuovo futuro per la struttura in cui terzo settore, volontariato e studentato trovano la loro casa.
Il progetto
Sono i partecipanti a questa nuova esperienza a raccontare l’alleanza per l’accoglienza che resiste sul territorio. Il nuovo dormitorio da 35 posti infatti sarà finanziato dal Comune di Trento, che per questo progetto e per la continuazione di quello alle ex Bellesini investirà circa 106mila euro, sarà gestito da Astalli e troverà sinergie con i corsi d’italiano che già si tengono nel convento grazie all’impegno della scuola Penny Wirton e ad una progettualità di prossimo avvio da parte di Atas Onlus destinata all’animazione della comunità di Trento. Chi vuole sostenere l’iniziativa lo può fare attraverso una donazione come fu un anno fa per la campagna «apriamo prima». Con l’impegno di più realtà nasce il seme di quella che potrebbe diventare una cittadella dell’accoglienza. La presentazione del progetto si è aperta con il ricordo di Fra Luca Trivellato, scomparso il 13 agosto a 57 anni e fino alla sua chiusura guardiano del convento di Trento. «Luca ci ha lasciati troppo presto – ha detto Stefano Canestrini, coordinatore di Astalli – Ricordo che mi aveva affidato un testo, Isaia 9, che recita “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Ecco pensando a Luca abbiamo creato questo progetto che perfora le tenebre di chi vive nella marginalità e porta loro la luce». «Come Comune sono felice di fare parte di questa rete – ha detto il sindaco di Trento Franco Ianeselli – Conosciamo la situazione dell’accoglienza: pochi posti e concentrati su Trento. La Provincia avrebbe la competenza e l’obbligo di non far morire di freddo le persone, ma non accoglie. Io so perché non lo fa, ma non basta dire che non è giusto. Per questo abbiamo finanziato noi i dormitori, pur sapendo che non risolvono il problema».
«Studentato? Ragioniamo»
A portare la voce dei frati cappuccini è stato Padre Francesco Zoccatelli, consigliere della provincia del Triveneto dei Frati. «Nella nostra esperienza Trento è una città solidale – ha detto Zoccatelli – Lo dimostra l’esperienza della mensa della provvidenza, nata sì per la spinta dei frati, ma che non sarebbe stata possibile senza l’impegno e le donazioni di tanti benefattori di Trento». La mesa ora continua il suo impegno nei nuovi spazi di via Giusti e a qualcuno manca la vecchia sede. «Per motivi di regolamenti, sicurezza e standard alimentari non era possibile continuare nei vecchi spazi – ha spiegato Zoccatelli – Ma chissà forse in futuro potrebbe anche tornare al convento». In questi spazi invece non è tramontata l’ipotesi che possa sorgere anche uno studentato. «Il ragionamento è ancora in piedi. Ne gestiamo uno anche in Friuli. Gli spazi sono grandi e compatibili su diversi usi. Se si farà non sarà uno studentato molto grande, qualche decina. Al massimo 30 o 40 posti».