la storia
lunedì 16 Settembre, 2024
di Stefano Marini
Stagione di serie A 1986—87, il Napoli conquista il suo primo scudetto. Decisivo risulta l’apporto del fantasista argentino Diego Armando Maradona, all’epoca il giocatore più forte del mondo. Pochi lo ricordano, ma quella cavalcata indimenticabile ha avuto il proprio inizio in Valle del Chiese, e più precisamente tra Lodrone e Storo, dove il team di mister Ottavio Bianchi organizzò il ritiro. Una circostanza fortunata ripetutasi anche per le due annate successive. Storie di un tempo e di un calcio che non ci sono più, quando la squadra campione d’Italia poteva venire a fare la preparazione sul più sperduto campo di provincia. Il ricordo però non è perso. A tenerlo vivo ci pensano persone come Ferruccio Luzzani, l’albergatore che ebbe la fortuna di ospitare il Napoli.
«Il Napoli arrivò da noi in ritiro per preparare il campionato 1986—87 – dice Luzzani – tutto accadde quasi per caso. Nel 1985 il Napoli era a Pinzolo ma non si erano trovati molto bene. Avevano avuto problemi di albergo e anche con gli impianti sportivi. Volendo tornare in Trentino, avevano cercato soluzioni alternative anche in Valle del Chiese. Non fui io a andare a cercare loro, ma loro che, visitando il posto, decisero che eravamo la location ideale».
Forse un fattore nella scelta lo giocarono anche le origini e la passione per la pesca dell’allenatore del Napoli: «Bianchi l’ho visto circa un mese fa, quando è passato a trovarci. È rimasto un ottimo rapporto – dice Luzzani – lui è bresciano, noi confiniamo e forse qualcosa ha contato. È vero anche che è un appassionato pescatore. Io no, ma accompagnavo Bianchi a pescare – l’aneddoto dell’albergatore – Lo facevo per fargli compagnia e un po’ da guida. Una volta siamo andati sul Chiese, in zona Ponte dei Tedeschi. C’era poca acqua e abbiamo raggiunto a piedi una piccola isoletta. A un certo punto devono aver rilasciato l’acqua e il Chiese ha iniziato ad ingrossarsi di colpo, minacciando di sommergerci. Per evitare di finire trascinati via ho preso sulle spalle Bianchi e l’ho portato a riva. Non avevamo pescato nulla. Per fortuna vicino a dove eravamo c’era una pescicoltura e quindi abbiamo comperato un po’ di trote. Quando siamo arrivati in albergo i giocatori erano già tutti a tavola… Bianchi gli ha mostrato le trote dicendo di averle pescate… sono rimasti tutti a bocca aperta».
La stella indiscussa di quel Napoli era Maradona, descritto dalle cronache come un talento dal carattere difficile. Luzzani però non concorda: «Posso dire di aver conosciuto una persona a modo, alla mano, molto corretta e in generale assai diversa da come è stata dipinta. Non so se e come le cose siano cambiate. È ben vero che Bianchi Maradona lo marcava stretto, e, forse, dopo che è andato via Bianchi certi meccanismi si sono inceppati. Poi qualche aneddoto anche su Maradona ce l’ho. Ad esempio avevamo avuto una prenotazione da parte di una giornalista televisiva, venuta a intervistarlo. Era una donna avvenente e dava l’idea di essere molto sveglia. Le avevamo dato una camera ma quando Bianchi venne a sapere che era in albergo andò su tutte le furie. Ci disse che o se ne andava lei o se ne andavano loro. Ovviamente era improponibile che se ne andasse il Napoli. Allora, con l’aiuto di alcuni clienti facemmo figurare che c’era stato un errore e che la camera era già assegnata. Tornò il giorno dopo per un’intervista, con tutti i controlli del caso».
I tempi sono cambiati. Oggi avere una squadra come il Napoli in ritiro a Storo è impossibile: «Sono epoche diverse – conferma l’albergatore – tre o quattro anni fa con mio figlio Fabio siamo andati a Milano per vedere Milan-Napoli e mi hanno presentato il presidente De Laurentis. Gli ho ricordato che da noi in tre anni il Napoli ha vinto campionato, coppa Italia e coppa Uefa e, scherzando, gli ho detto che se volevano vincere di nuovo dovevano tornare in ritiro a Lodrone. Lui mi ha risposto, “per andare a Dimaro ci danno mezzo milione di euro, se ce li date anche voi non ci sono problemi a venire a Lodrone”. Ecco, la Provincia, secondo me giustamente, ha deciso di favorire alcune località a spiccata vocazione turistica. Oggigiorno una squadra come il Napoli purtroppo non ha senso venga da noi. Non è solo questione di prestigio della località. Attorno al Napoli ci sono tantissimi tifosi che seguono il ritiro. Solo tra giornalisti e operatori si parla di circa un centinaio di persone. In Valle del Chiese dove le metti? Anche volendo, non ci sarebbero i posti letto. Quarant’anni fa tutto era molto più contenuto per dimensioni. C’era giusto qualche tifoso e qualche giornalista. Restano i bei ricordi, ma le cose sono cambiate. La differenza rispetto a località come Pinzolo è che i team con un grande seguito vengono pagati per venire in Trentino. Da noi questo non accade. Chi viene nel Chiese il ritiro deve pagarselo. Di conseguenza io cerco squadre più piccole. Negli ultimi anni ho avuto qui Pisa, Palermo e Bari. Bisogna lavorare per trovare squadre che vengano in ritiro. Per fortuna però il Trentino è ancora attrattivo e alla fine – conclude Luzzani – si trova sempre qualcuno».