La questione

mercoledì 18 Settembre, 2024

A Dolomiti il 100% di Hde: 26 centrali per 401 milioni

di

Grosselli (Cgil): «Passo verso il tutto pubblico»

Via libera della procedura Golden power, l’autorizzazione pubblica per le attività di rilevanza strategica, e nulla osta dell’Antitrust. Ieri il gruppo Dolomiti Energia ha perfezionato l’acquisto del 40% di Hydro Dolomiti Energia (Hde) dal colosso finanziario australiano Macquarie Asset Management, che lo deteneva da otto anni tramite Macquarie European Infrastructure Fund 4. L’accordo ha un controvalore di 401,5 milioni di euro, per 366,5 milioni pagati a titolo di corrispettivo e il resto in dividendi. In questo modo la multiutility trentina pubblico-privata sale dal 60 al 100% di Hde. Ma che si tratti di una scelta strategica sul più importante asset energetico trentino è confermato dall’amministratore delegato di Dolomiti Stefano Granella: «No. Direi che in questo momento ci focalizziamo su semplificare e integrare questa società nel nostro portafoglio» ha risposto a Radiocor in merito alla possibilità di cedere una quota di minoranza di Hde alla cordata fondi internazionali-azionisti locali, da Equitix a Tages, da La Finanziaria Trentina (Lft) a Fondazione Caritro, che aveva vinto l’asta indetta da Macquarie su cui poi Dolomiti Energia ha fatto valere il diritto di prelazione. «Un domani si faranno delle altre valutazioni ma in questo momento direi di no». Che è poi lo stesso motivo per cui dalle prospettive di fusione a Nord Est si passa alle alleanze commerciali e industriali (vedi pagina a fianco): l’idroelettrico, e in particolare i 26 impianti di di grande derivazione per complessivi 1.278 megawatt e i 3 di piccola derivazione per un totale di 2,4 megawatt di Hde, sono l’asset d’oro che Dolomiti Energia si tiene stretto, nel primo semestre di quest’anno hanno prodotto gran parte del maxi utile di 167 milioni. E a livello nazionale a primavera per la prima volta la produzione elettrica da energie rinnovabili, idrico in testa, ha coperto più di metà della domanda. «Siamo estremamente soddisfatti di questa operazione – sottolinea a questo proposito Granella – che rappresenta un’opportunità per semplificare i processi interni e massimizzare le sinergie lungo tutta la catena del valore in modo da avere un margine integrato dell’energia, ma riflette anche il nostro impegno a creare valore nel lungo periodo per i nostri stakeholder. Si tratta di un asset strategico a sostegno della decarbonizzazione e della transizione energetica del Gruppo». Per il presidente della Provincia Maurizio Fugatti «si tratta di un passaggio strategico, che risponde ad un impegno condiviso all’unanimità da tutto il consiglio provinciale nonché all’atto di indirizzo congiunto approvato dalla Provincia e dai Comuni di Trento e Rovereto, quali soci pubblici di riferimento di Dolomiti Energia Holding tramite FinDolomiti Energia. Una scelta in continuità con il disegno di politica industriale volto ad esprimere la capacità del territorio trentino e delle sue istituzioni pubbliche di governare in chiave unitaria l’ambito della produzione di energia idroelettrica e dei servizi pubblici locali». L’assessore provinciale all’energia Mattia Gottardi sottolinea: «Si potrà così rafforzare l’impegno, ritenuto prioritario per la Provincia, di valorizzare la risorsa acqua rispetto al ritorno economico e ambientale sul territorio trentino, nonché al dovuto riconoscimento per le stesse comunità». Sull‘operazione interviene il segretario generale della Cgil del Trentino Andrea Grosselli: «L‘accordo rappresenta un primo importante passo per rendere interamente pubblico il Gruppo Dolomiti Energia. Per questo sarebbe inaccettabile, dopo un passo così importante, che quote di Hde venissero di nuovo cedute a soggetti privati». E in questo Grosselli è d’accordo con Granella. «Semmai bisogna procedere sulla strada che da sempre hanno battuto le società idroelettriche di Alto Adige e Tirolo, Alperia e Tiwag, che sono interamente pubbliche, per provare a costruire all’interno dell’Euregio sempre più strette sinergie economiche, finanziarie e industriali. Per fare questo Dolomiti Energia deve proseguire nel suo piano di diversificazione e investire sull’innovazione. Anche così si potranno garantire qualità del lavoro e trattamenti economici adeguati per il personale di Dolomiti e dell’indotto. Ora – sottolinea Grosselli – è tempo di fare sistema in vista del rinnovo delle concessioni idroelettriche. è principale responsabilità del Governo provinciale garantire che la gestione delle centrali di media e grande derivazione restino nella mani degli attori pubblici locali. La questione va risolta entro questa legislatura».