Il caso

mercoledì 18 Settembre, 2024

Dentista condannato a due anni e mezzo: picchiava la madre per la cocaina

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L'incubo, per l'anziana donna, sarebbe iniziato nel 2018 e durato fino a qualche mese fa

Botte e insulti alla madre per costringerla a dargli i soldi per comprare cocaina. Con questa accusa pesantissima è stato condannato a due anni e sei mesi dal giudice dell’udienza preliminare Gianmarco Giua, un noto dentista di Trento difeso dagli avvocati Anais Tonel e Michele Busetti. La Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni e otto mesi. La madre è stata sentita durante il processo ma non si è mai costituita come parte civile. La difesa comunque si riserva la possibilità di presentare appello. Il quadro ricostruito dall’accusa è di quelli pesanti: minacce quasi quotidiane, anche di morte. Insulti e aggressioni che hanno portato pure a un ricovero e a una lunga riabilitazione. E, ancora, una serie di oggetti di casa mandati abitualmente in frantumi o fatti sparire per poi rivenderli: tutto per ottenere i soldi necessari a comprarsi la droga, per avere l’auto e riuscire quindi a procurarsi droga. Il giudice, come da richiesta del pm, lo ha voluto subito a processo, firmando per lui il decreto di giudizio immediato. Così l’odontoiatra trentino, che appartiene a una famiglia di professionisti del settore, si è ritrovato in aula a rispondere delle contestazioni di maltrattamenti in famiglia, nei confronti della madre, di lesioni aggravate e anche di estorsione verso la stessa pensionata con cui ha anche convissuto a periodi e che ora non può avvicinare, raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, rimasta vedova e con seri problemi di salute. La donna, esasperata, preoccupata per la propria incolumità, per l’aggressività, per le continue vessazioni e richieste estorsive del figlio a caccia di soldi per la droga, solo a inizio 2023, dopo anni da incubo, ha formalizzato denuncia querela ai carabinieri. In particolare la pensionata si è presentata in caserma dopo un litigio con il figlio che al telefono le aveva detto che non avrebbe più provveduto a pagare l’affitto della casa in cui vivevano visto che si era licenziato. Gli avvocati del dentista Anais Tonel e Michele Busetti avevano chiesto il rito abbreviato che consente, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena. Abbreviato che, da istanza dei legali, era condizionato all’acquisizione di determinati documenti.
Un incubo durato anni, dal 2018
Stando alle contestazioni avanzate dal pubblico ministero Maria Colpani il dentista avrebbe maltrattato la madre dal 2018 e fino a pochi mesi fa. Un quotidiano fatto di minacce, di percosse, di continue e pressanti richieste di contante. Per l’accusa nel 2019 l’imputato avrebbe scaraventato a terra la pensionata discutendo sulla necessità di ricoverarla in una clinica specializzata: allora aveva usato una forza e violenza tale che la donna si era fratturata un polso e una vertebra ed era finita in ospedale, costretta poi a letto per tre settimane, per una prognosi di oltre 40 giorni. E poi ci sarebbero state anche le parole a far male: il dentista l’avrebbe ingiuriata, dandole della poco di buono, augurandole il peggio. «Muori» le avrebbe detto.
E, ancora, il professionista avrebbe sfogato la sua rabbia, probabilmente dovuta all’astinenza dalla droga, in casa, sugli oggetti che si trovava tra le mani. Sempre che non li facesse sparire, per rivenderli. La madre, per gli inquirenti, sarebbe stata costretta, perché sotto minaccia e terrorizzata dalla possibilità di essere percossa, a consegnare denaro al figlio. Era successo anche a febbraio. Allora gli aveva dato 100 euro. Ma quelle richieste estorsive per l’accusa erano un’abitudine da parte del noto odontoiatra. Ora è arrivata la sentenza di primo grado, ma questa storia potrebbe avere un altro capitolo in appello.