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venerdì 20 Settembre, 2024

Tunnel anti-traffico, Piccolroaz: «Proposta inimmaginabile. Richiede moltissimo tempo»

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Il presidente dell'Ordine degli architetti è sorpreso dalla proposta del Comune e attacca: «Nessun confronto con gli ordini»

«L’ho letto sul giornale: è stato un fulmine a ciel sereno, non ne sapevo nulla». Marco Piccolroaz, presidente dell’Ordine degli architetti, non nasconde la sorpresa all’indomani della proposta del Comune di Trento di un tunnel da via Brennero a piazza Venezia, per decongestionare il traffico: un progetto da 60 milioni di euro (tutti ancora da trovare) per almeno tre anni di lavori. Presentata l’altro ieri a sorpresa dall’assessore Ezio Facchin e dal sindaco Franco Ianeselli, la proposta del nuovo “passante del Buonconsiglio” si inserisce in un quadro di grandi trasformazioni urbanistiche (a partire ovviamente dalla circonvallazione ferroviaria) e “scavalca” a piè pari il vecchio progetto dell’interramento di via dei Ventuno, di cui per anni si è discusso ma che mai è decollato.
«Ovviamente il Comune non deve necessariamente confrontarsi con gli Ordini su ogni progetto, ma una proposta del genere non era neppure vagamente immaginabile — prosegue Piccolroaz — prima di commentarla a ragion veduta, voglio quindi capirla bene. È una proposta anche affascinante, per carità, ma tecnicamente non so che cosa abbiano immaginato di fare. Ne ho letto solo di sfuggita e si tratta di un progetto talmente originale che è necessario analizzarlo nei dettagli. Sono trasformazioni urbanistiche che hanno bisogno di moltissimo tempo, specie se insistono in un ambito di centro storico, e devono quindi affrontare complicazioni ancora maggiori. In più va calata in un contesto ancora maggiore, capire cioè come si inserisce in una trasformazione urbana complessiva: così da sola, altrimenti, è un’operazione che rischia di non essere compresa».
La mossa a sorpresa del Comune, in realtà, sorprende Piccolroaz solo fino a un certo punto. Per il presidente dell’Ordine degli architetti, infatti, «il problema del finanziamento rimane un tema. E mi fermo per non dire altro. Credo peraltro che questo annuncio potrebbe anche non costituire l’ultima proposta originale: altre potrebbero arrivarne da qui alle prossime settimane». Cioè mano a mano che ci si avvicinerà alle elezioni comunali della prossima primavera. «C’è il semestre bianco — aggiunge Piccolroaz — forse saranno un po’ più prudenti e non ci si potrà esporre più di tanto, ma da qui ai primi di novembre i vari contendenti metteranno sul piatto altre operazioni ambiziose. D’altra parte la città già sta vivendo difficoltà sul piano viabilistico. Quindi sicuramente temi come questi sono molto sentiti».
Questo “sospetto” su tempi e modi dell’annuncio tradisce dunque una certa diffidenza di Piccolroaz nei confronti dell’amministrazione comunale, dalla quale l’Ordine degli architetti — è vicenda nota — attende comunicazioni circa il cantiere dell’ex mensa del Santa Chiara, da tempo fermo e che appare ancora molto lontano da un qualsiasi orizzonte di conclusione dei lavori. Un accordo, quello sull’Urban Center tra gli Ordini (Ingegneri compresi) e il Comune di Trento, che risale ancora al 2018 (giunta Andreatta) e che prevedeva appunto la collocazione all’ex mensa delle sedi sociali delle due categorie professionali. «È nostra volontà proseguire ogni dialogo con le amministrazioni, anche con la Provincia», prosegue Marco Piccolroaz: e quello dei rapporti con Piazza Dante è un altro punto dolente. «Noi abbiamo ogni buona intenzione e volontà di proseguire un dialogo a livello sia comunale sia provinciale, ma per motivi diversi negli ultimi anni, quando si insediano, sindaci e governatori si muovono legittimamente con autonomia, salvo poi provare a cercare un benestare terzo, chiedendo un parere all’ultimo momento, perché può far comodo. Queste modalità non aiutano a creare un dialogo davvero costruttivo». Detta più chiaramente: «Prendiamo atto della proposta: siamo disponibili a condividere idee e percorsi di trasformazione che vedano coinvolti i professionisti in un’idea di collaborazione, non certo di imposizione di visioni: siamo una categoria attiva in questi percorsi, quindi ci mettiamo a disposizione. Diversamente, gli amministratori possono sempre dire: noi facciamo quello che vogliamo. Ma che poi che non ci si chieda all’ultimo secondo un parere, per poi poter scrivere nei documenti politici la formula “con la collaborazione di…”. Questa — conclude il presidente dell’Ordine degli architetti — è una brutta abitudine che a noi non fa piacere».