il caso

venerdì 20 Settembre, 2024

Cinema Roma, il giudice ordina lo sfratto: «Entro il 31 ottobre»

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L’ordinanza del tribunale. Il gestore della sala: «Non ci arrendiamo»

Se quella per il Cinema Roma fosse una partita a scacchi tra i gestori della sala (Cineworld) e i proprietari dell’immobile (la famiglia Zanotelli), la decisione presa dal giudice equivarrebbe a uno scacco in favore di questi ultimi.
Una mossa non definitiva, ma che mette il gestore del cinema alle strette. La giudice onoraria di pace Manuela Giacchetti ha infatti sciolto la riserva riguardo la richiesta di un’emissione di ordinanza provvisoria di rilascio dell’immobile presentata dai proprietari accogliendola. Questo significa che ha ordinato che il Cinema sia liberato, indicando anche una data precisa e molto vicina: il 31 ottobre prossimo. Questo non significa che la causa civile, che vede le due parti contrapposte, sia finita, ma solo che in attesa della risoluzione della controversia i gestori devono comunque liberare il cinema entro la fine del prossimo
mese.
«Delusi e amareggiati»
Non era certo questo l’esito del pronunciamento che si auspicava Massimo Lazzeri titolare di Cineworld, che gestisce i tre cinema rimasti a Trento, dopo la chiusura dell’Astra, ossia il Roma, il Modena e il Vittoria. «Non nascondo che siamo delusi e amareggiati – commenta Lazzeri – Non solo dalla decisione, ma anche dai tempi stretti che ci hanno dato. Visto che la partita è in attesa di altri pronunciamenti forse si poteva aspettare. Anche perché una volta che chiudi un cinema crei un danno all’azienda e sappiamo che una volta vacato l’immobile, i proprietari hanno dei piani immobiliari ben precisi. Insomma, speravamo che si potesse avere più tempo».
«Però non ci arrendiamo»
I gestori comunque non intendono arrendersi, forti anche di un grande sostegno da parte delle persone, dimostrato dalle oltre 18mila firme digitali raccolte in difesa del cinema Roma. «Con i nostri legali stiamo valutando i prossimi passi, per capire se esiste uno spiraglio per non dover chiudere a fine ottobre. Poi comunque la causa di merito va avanti e noi crediamo nelle ragioni che abbiamo presentato al giudice». C’è poi un’altra partita che si gioca in parallelo: quella per il vincolo di valore artistico-culturale. Un vincolo che avrebbe difeso il cinema, impedendo che potesse essere trasformato in appartamenti, ma che la Sovrintendenza ai beni culturali non aveva concesso, non ritenendo che ci fossero i presupposti. Contro questa decisione, e quindi contro la Provincia che ha deciso di resistere, la società di Lazzeri ha ricorso al Tar di Trento che si deve ancora pronunciare. Una decisione che, se andasse a favore di Lazzeri, avrebbe un impatto quindi sull’immobile, con il rischio però che sia troppo tardi, qualora fosse liberato il 31 ottobre.
L’antefatto
La vicenda del cinema Roma è un caso particolare. La sala non rischia di scomparire perché in crisi, al contrario ha vinto il biglietto d’oro come sala di maggior successo in Italia. Se ora c’è il rischio concreto che la sala chiuda definitivamente, questo è dovuto alla scelta dei proprietari delle mura che un anno fa hanno comunicato a Cineworld di voler interrompere il contratto di affitto in essere. Lazzeri ha provato a proporre di aumentare l’affitto o anche di comprare l’immobile, ma senza nessun risultato. I proprietari vorrebbero demolirlo per realizzare al suo posto 12 appartamenti e un parcheggio da 100 posti. «È una situazione paradossale – commenta amareggiato Lazzeri – Il Roma non chiude perché in crisi, ma perché vittima di una speculazione immobiliare». Da qui parte un nuovo appello alla politica a tutti i livelli. «Ci rivolgiamo a tutte le autorità, a tutta la parte politica, affinché prenda atto di quanto sta succedendo e trovi soluzioni, a questo punto, purtroppo, anche alternative al Roma. Sono in attesa di un nuovo incontro con l’assessora Gerosa per capire se è possibile immaginare un nuovo multisala. Poi tutto quello che si può fare per difendere il Roma è importante che si faccia, ma è ovvio che ci sono dei limiti di legge».