Il progetto

venerdì 20 Settembre, 2024

Rovereto: ecco il futuro dell’area Merloni con tanto verde e gli edifici del riuso

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Il piano attuativo è stato approvato in commissione. Tra un mese in consiglio. Corpose aree verdi verso la ferrovia e verso la città interna, ingresso dalla statale e prospettiva modulare nella realizzazione. Salvi gli edifici del riuso

La commissione urbanistica ha dato il proprio assenso al progetto di piano attuativo che ha valore di variante al Piano regolatore relativo alla Merloni Sud, il comparto industriale storico della città che diventerà il polo delle scienze della vita. Ora il progetto farà il giro delle Circoscrizioni che dovranno esprimere un parere (non vincolante) entro venti giorni e poi la discussione passerà in consiglio comunale. «La commissione – è il commento della presidente Annalisa Gelmini – ha valutato positivamente il progetto, apprezzando il lavoro fatto dai tecnici. In modo particolare sono piaciute le aree verdi a protezione sia dalla parte della ferrovia che dalla parte della città e gli ampi spazi».
Si tratta, è bene dirlo, di un piano attuativo, quindi in buona sostanza sono stati distribuiti i volumi nell’area (enorme) a disposizione, mentre saranno poi i successivi progetti ad andare di più nel dettaglio. Probabilmente anche sulla viabilità che per il momento è stata risolta con un semplice accesso dalla statale (si era parlato di rotatorie e della possibilità di portare l’ingresso all’interno della città per non gravare ulteriormente la statale). Salvata parte della facciata tutelata, all’interno ci sono diversi volumi che danno al progetto una caratterista modulare. Visto anche il destino dell’area è facile immaginare che si possa costruire a lotti più o meno indipendenti tra di loro e anche “elastici” per cambiare funzioni nel tempo. Come richiesto si è salvaguardata la parte che oggi accoglie il “polo del riuso” così come la casa cantoniera. D’altra parte quanto resta a disposizione è davvero considerevole per farci stare di tutto. La progettazione degli interni poi seguirà altre logiche: prima di tutto quella della disponibilità di finanziamenti e poi della finalità dei relativi edifici. Il polo delle scienze della vita deve avere delle caratteristiche adatte ad un tipo particolare di produzione, ma anche alla ricerca. Appunto, questo sarà il secondo atto. Ora c’è da sistemare la parte urbanistica. Il confronto tra gli uffici tecnici del Comune e Trentino sviluppo è durato qualche mese: far coincidere le necessità degli obiettivi di ciascuna parte in causa è costato un lavoro di cesello non indifferente, ma ora tutti i tasselli sono andati al loro posto.
Ora la Merloni cambierà faccia, e con essa anche l’accesso alla città. Se anche l’area Microleghe troverà una destinazione futura dopo il recente acquisto, una fetta importante della città sarà completamente disegnata e tornerà a vivere, diventando un importante cuore pulsante che guarda verso il futuro. Ad anticipare il polo delle scienze della vita, a breve partirà il corso di laurea di bioingegneria le cui aule saranno a Meccatronica, ma i diversi poli impareranno presto a dialogare tra di loro: Trentino Sviluppo al di là della stazione assieme a Meccatronica e Manifattura. Sarà però da ragionare su come la città saprà assecondare questi centri d’innovazione e ricerca perché anche il contesto ha la sua valenza, a partire dall’accoglienza (studentati, ad esempio, per i quali si pensa anche alla Merloni Nord) per finire alla viabilità e alla mobilità interna e verso Trento e Verona.