il caso
lunedì 23 Settembre, 2024
di Redazione
Ha preso il via questa mattina, davanti alla Corte d’Appello di Venezia, il processo a Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023, in un parcheggio a Fossò, in provincia di Venezia. Il 22enne di Torreglia, in provincia di Padova, rischia l’ergastolo: deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. Turetta non è in aula, come confermato qualche giorno fa dal suo legale, l’avvocato Giovanni Caruso, che difende il giovane insieme con la sua collega, Monica Cornaviera.
«È una sua libera scelta» non essere in aula «senza che vi sia alcuna mancanza di riguardo e di rispetto, ma il clamore mediatico in questa prima udienza gli ha suggerito di non essere presente» hanno dichiarato i legali difensori del 22enne. «È detenuto e sta scontando ed espiando la sua pena – hanno affermato – Sarà una pena consistente importante, una pena di giustizia che deciderà la Corte d’Assise di Venezia». Il pool della difesa ha ribadito anche l’intenzione di non chiedere la perizia psichiatrica per il 22enne.
Presente in aula il padre di Giulia Cecchettin, Gino mentre la sorella Elena non è presente al processo “perché studia all’estero. Sta preparando la tesi in microbiologia” ha spiegato Carla Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin. Il fratello Davide, invece, “é andato a scuola, non si è sentito di venire”.
Bruno Chierchi, procuratore capo di Venezia, presente all’udienza a carico di Filippo Turetta ha chiesto massimo rispetto per il processo e per l’imputato e chiede che la vicenda non sia oggetto di spettacolarizzazione. «Questo non è il processo contro i femminicidi ma un processo contro il singolo che si chiama Turetta e che risponderà dei reati che gli sono stati contestati» ha affermato Chierchi.