La posizione

mercoledì 25 Settembre, 2024

Università di Trento, Franco Bernabè verso la presidenza

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Il presidente di Acciaierie d’Italia, ex ad di Eni e Tim, al timone dell'ateneo trentino

La Provincia cerca il colpo grosso per il dopo Finocchiaro. Il nuovo presidente dell’Università di Trento potrebbe essere l’ex amministratore delegato di Tim Franco Bernabè, attuale presidente di Acciaierie d’Italia. La trattativa è ancora in corso.
Finocchiaro in scadenza
Designato nel 2018 dall’ex presidente della Provincia Ugo Rossi, Daniele Finocchiaro, già amministratore delegato di Glaxo e attuale consigliere delegato della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, terminerà il suo mandato il prossimo 11 ottobre. Da statuto la carica ha una durata di 6 anni e non è rinnovabile. Quindi la Provincia – a cui spetta la nomina di tre dei nove membri del consiglio di amministrazione e la scelta del presidente – si è attivata nelle scorse settimane per cercare una nuova guida.
Il profilo di Bernabè
Secondo i bene informati, uno dei nomi in pole position è appunto quello di Bernabè, classe 1948, di origine altoatesina (è nato a Vipiteno, ma ha vissuto anche in Trentino), già presidente del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) dal 2004 al 2014. Nella sua carriera ha scalato i piani alti delle più grandi aziende italiane. Nel 1983 è entrato in Eni, per poi diventare amministratore delegato dal 1992 al 1998. Nel biennio successivo è stato ad di Telecom Italia, di cui ha ricoperto la carica di presidente esecutivo dal 2007 al 2013. Dal 2021 è invece presidente del cda di Acciaierie d’Italia. Non solo. Oltre al Mart, ha assunto anche altri incarichi all’interno delle istituzioni culturali: dal 2001 al 2003 è stato presidente della Biennale di Venezia e dal 2015 al 2019 della Fondazione La Quadriennale di Roma (di cui è presidente onorario).
Quello di Bernabè è un profilo che piace sia all’ambiente imprenditoriale che a quello universitario per le sue doti manageriali e il suo standing. Una persona a cui viene riconosciuta anche una posizione super partes dal punto di vista politico. Proprio oggi, tra l’altro, sarà a Trento, a Palazzo Roccabruna, per presentare il suo nuovo libro, «In trappola. Ascesa e caduta delle democrazie occidentali (e come possiamo evitare la Terza guerra mondiale)», scritto con il giornalista Paolo Pagliaro ed edito da Solferino.
Il saluto di Deflorian
Intanto ieri, martedì 24 settembre, al termine dell’assemblea pubblica organizzata a Palazzo Prodi, il rettore Flavio Deflorian ha ringraziato Finocchiaro per «aver guidato il consiglio di amministrazione per sei lunghi anni, attraverso diversi rettori, attraverso fasi complesse come quelle del Covid e attraverso il suo stile. Uno stile — ha aggiunto — sempre molto rispettoso di tutti i ruoli e non appariscente, ma a chi vive quotidianamente l’università da dentro non sfugge l’importanza del tuo contributo. E quindi ti ringrazio, per aver organizzato questa assemblea, ma soprattutto per tutto quello che hai fatto in questi sei anni. E se la Scuola di Medicina sta portando e porterà qualche risultato è merito di tanti, ma è anche molto merito tuo».
Finocchiaro ha ammesso che «non ero settato emotivamente a subire questa improvvisata» e a sua volta ha ringraziato Deflorian e l’ex rettore Paolo Collini.
L’intervento di Finocchiaro
Nella prima parte dell’assemblea, invece, il presidente Finocchiaro ha voluto rivolgere un pensiero al futuro dell’università: «Abbiamo registrato un convinto appoggio alle nostre iniziative — ha sottolineato — Il supporto non è mai mancato anche nei momenti di incertezza che inevitabilmente hanno accompagnato, e continueranno ad accompagnare in futuro, alcune fasi rilevanti. La programmazione dei tempi e delle risorse condotta finora è stata precisa e puntuale grazie alla collaborazione di tutti. E questa è un’ottima premessa per il futuro, visto che il cammino da affrontare rimane ancora lungo».