il lutto

sabato 28 Settembre, 2024

L’ultimo saluto a Sandra Toro, sarta del riuso a San Martino. «Ci mancherà il tuo sorriso»

di

Ieri in centinaia alla sala del commiato del cimitero di Trento per i funerali della 49enne stroncata da un infarto

Al suo ultimo addio come, probabilmente, avrebbe voluto, le risate si sono accompagnate alle inevitabili lacrime. La sala del commiato del cimitero di Trento, ieri alle 15, si è riempita per salutare Sandra Toro Navarrete, morta a soli 49 anni, domenica scorsa colpita a sorpresa da un infarto che non le ha lasciato scampo. Per qualche anno il suo è stato uno di quei sorrisi che ha colorato il quartiere di San Martino, con il suo «Orlo Subito», sartoria che aveva fatto suo il principio del refashion, creando nuovi capi di moda da materiale che, altrimenti, avrebbe rischiato di essere buttato. Una cerimonia laica in cui i protagonisti sono stati i ricordi di una donna che, provenendo dalla lontana Colombia (era nata a Medellin) aveva scelto l’Italia, per poi arrivare a Trento per amore. Dove, lei, ingegnera di formazione, si era reinventata sarta «sociale» anche con un’associazione, «El Costurero», nata per organizzare laboratori improntati al riuso dei materiale. In una manciata d’anni aveva lasciato un’impronta: per il suo altruismo, ma anche per la leggerezza con cui sapeva cogliere la vita. E il compagno, Maurizio Adami ha scelto di raccontare proprio questa caratteristica davanti ai tanti amici, conoscenti e compagni di viaggio di Sandra. Con momenti di vita insieme, come l’ascesa al rifugio Altissimo, sopra Nago, con tempo avverso. «Salivamo sferzati da pioggia gelata — ha raccontato — lei a un certo punto mi ha guardato sorridendo e mi ha detto: “lasciami qui… mi riprenderai al disgelo». E ancora, i viaggi in questura a Torino, dove Sandra era arrivata, per rinnovare i permessi di soggiorno. Fino a quelli, più lunghi ma più piacevoli, nella sua terra d’origine, a cui è stata sempre legata fino alla fine.
In tanti hanno voluto condividere «un pezzo di Sandra» con quanti l’avevano conosciuta. Le colleghe dell’associazione, in un pianto commosso, che hanno sottolineato la sua unicità e le grandi manifestazioni d’affetto nonostante un suo atteggiamento dimesso e schivo, così poco latino e, in fondo, quasi trentino: «Ci mancherà il tuo sorriso». I vicini di via San Martino, nel cui negozio, chiuso per difficoltà a stare dentro con i costi, «sapeva esattamente dove si trovava quel particolare bottone, trovandolo sempre in un attimo». E quell’amico a cui, per la prima volta, aveva fatto assaggiare il guacamole. Tra i commossi ricordi, quello della maestra Antonella Tomasi, insegnante della figlia Matilde alle scuole Sanzio. A lei, che ora fa le medie alle Bresadola, la promessa delle compagne e dei compagni di classe: «Non ti lasceremo sola».