Proteste
lunedì 30 Settembre, 2024
di Stefano Marini
Quasi 500 persone in piazza per difendere il Lago d’Idro. È avvenuto ieri a Crone, località posta sul versante bresciano del lago. Era presente anche una nutrita rappresentanza di trentini, perché la tutela del lago riguarda anche la nostra Provincia. Una folla in contrasto con le istituzioni, quasi assenti alla manifestazione perché a loro dire non concordata. La posta in palio comunque è alta, garantire il mantenimento dei livelli dell’Eridio con un’escursione massima di 1,3 metri e non i 3,5 e oltre cui aspirano Regione Lombardia e gli agricoltori della bassa. Ad aprire le danze è stato il padrone di casa Gianluca Bordiga, presidente di Amici della Terra- Lago d’Idro: «È importante rilanciare oggi un nuovo periodo di mobilitazione. È drammatico che nelle nostre amministrazioni locali non ci sia consapevolezza della gravità della situazione. Tutto è già stato predisposto e il progetto attuale delle opere sul lago è peggiore di quello del 2008. Stamattina ho avuto un’informazione. La nuova galleria per prelevare l’acqua è prevista più larga di mezzo metro di quella precedente e sarà capace di prelevare almeno 330 metri cubi di acqua al secondo. Vogliono una traversa di contenimento del lago più alta di 80 centimetri per invasare il lago oltre quota 370 metri, quando la quota naturale è 367 metri. Prevedono inoltre una savanella, un canale di cemento profondo 3 metri scavato nel greto del Chiese e pensato per aggirare la legge sul deflusso ecologico. In Regione Lombardia ce l’hanno a morte col lago d’Idro. Abbiamo parlato con l’assessore Sartori il quale ci ha detto che preferisce sacrificare il lago d’Idro piuttosto di avere un danno alla coltivazione del mais da trinciato. La battaglia si può vincere, ma dobbiamo combatterla assieme. Il progetto va rifatto e deve essere rispettata l’escursione di 1,3 metri». Due le testimonianze istituzionali. È intervenuta la consigliera regionale lombarda Paola Pollini (M5s), che ha espresso il suo sostegno alla lotta e poi, tramite telefono, il sindaco di Idro, Aldo Armani: «Il momento è molto difficile – ha affermato – abbiamo bisogno di voi, la comunità del lago deve essere pronta alla sommossa popolare nei confronti di chi vuole stravolgere questo nostro territorio. Non dobbiamo mollare, dobbiamo combattere con tutte le forze e tutti gli strumenti che abbiamo per annullare il progetto della diga propedeutica all’escursione del lago che non sarà di 3,25 metri perché la realizzazione del depuratore di Gavardo e Montichiari richiederà maggiori volumi d’acqua che verranno presi dal lago e per una questione igienico ambientale non ci potranno essere limiti al prelievo. Ecco perché questo progetto va contestato da capo a piedi. La tutela ambientale e lo sviluppo turistico del lago vengono messe in secondo piano per favorire un progetto infernale».
Tra i trentini è intervenuta Luigina Armani, presidente della Sat di Pieve di Bono: «Se verrà abbassato il lago, il biotopo di Baitoni andrà a farsi benedire e lo stesso faranno i paesaggi del lago. Ci sono le normative europee, che parlano chiaro, ci sono le norme nazionali, che parlano chiaro. E poi, chissà perché, ci sono le deroghe. Ho partecipato a molte battaglie ambientali, ad esempio per la tutela dell’area di Serodoli, che temo ricomincerà a giorni. Non è facile portarle avanti ma persevero, perché altrimenti sarei connivente. Chiedo anche a voi di partecipare, perché c’è bisogno di essere in tanti, altrimenti a livello politico questi schiacciano tutti».
Infine, durissimo con sindaci e amministratori l’ex consigliere provinciale trentino Alex Marini: «Questa mattina ho letto i giornali trentini e ho visto le dichiarazioni dei sindaci dell’area del lago, eccetto di quello di Idro. Hanno detto che non partecipano alla manifestazione di oggi perché loro intendono muoversi seguendo altri canali. Hanno fatto un appello a un dialogo condiviso con gli enti locali, ma un dialogo con chi? Tra di loro? In questi anni sono rimasti silenti e passivi, obbedienti rispetto ai poteri forti e agli interessi economici che stanno al di fuori di questo territorio. Hanno rivendicato di aver dato visibilità alle problematiche ambientali del lago d’Idro presso il ministero dell’ambiente. Davvero una grande visibilità, tant’è che nel corso della valutazione d’impatto ambientale non hanno fatto una riga di osservazione. Sono rimasti in silenzio, peraltro non rispettando una serie di obblighi, sanciti dalle leggi nazionali e internazionali, riguardo all’informazione e alla partecipazione ambientale. Hanno dimostrato di essere inadeguati a ricoprire il ruolo e le funzioni per cui sono stati eletti. L’unica via per difendere il lago è l’impegno popolare».