La mobilitazione

martedì 8 Ottobre, 2024

Pace e indifferenza, il Trentino si mobilità: «Sì alla piazza»

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Dalla Diocesi alla Cooperazione, dal sindacato al volontariato. In tanti si mobilitano dopo l'appello de Il T

Una marcia contro l’indifferenza, contro ogni violenza, contro le guerre. Una marcia per la pace. Diocesi, Cooperazione, sindacati e associazioni fanno proprio e rilanciano l’appello de il T a tornare in piazza, senza bandiere di parte. «Siamo pronti a scendere in piazza per una manifestazione che unisca tutte le sensibilità in un unico messaggio: cessate il fuoco», dicono in coro Micaela Fiorini, referente del gruppo Giustizia e Pace della Diocesi di Trento, i segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Walter Alotti (Uil) e Michele Bezzi (Cisl), la presidente di Consolida Francesca Gennai (Federazione trentina della cooperazione), il presidente del Forum Trentino per la pace Antonio Trombetta e il presidente del Centro servizi volontariato Giorgio Casagranda. «Cessate il fuoco» in Medio Oriente, dove la reazione di Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha prodotto oltre 40mila vittime. «Cessate il fuoco» in Ucraina, dove l’invasione russa del 2022 ha prodotto (si stima) un milione di vittime. «Cessate il fuoco» nel mondo. Nei prossimi giorni ci sarà un primo incontro per l’organizzazione di una marcia a Trento.
Diocesi
Una marcia che vuole essere un esercizio pratico, e non retorico, della pace, «intesa come stile di vita, come tensione umana al bene, come assunzione di responsabilità verso le disparità e le disuguaglianze che creano dislivelli inaccettabili e quindi conflitto distruttivo», questo l’appello de il T nell’editoriale (di domenica) del direttore Simone Casalini. «Oggi — sottolinea Fiorini (Diocesi) — c’è un forte individualismo, c’è tanta indifferenza rispetto a questi temi. Dobbiamo recuperare uno spirito di fraternità, dobbiamo tornare a vivere in modo fraterno, nel rispetto delle differenze degli uni e degli altri. Solo così possiamo capire l’altro». E solo così «riusciremo a organizzare una manifestazione trasversale in cui chiedere un’iniziativa politica volta a far cessare il fuoco e far partire il dialogo in Medio Oriente, dove ci sono popolazioni stremate».
Sindacati
Un auspicio condiviso dai sindacati confederali. «In uno scenario in progressivo peggioramento crediamo che sia opportuno tornare in piazza con una manifestazione aperta e trasversale per una pace giusta, che non sia ostaggio di visioni di parte o logiche che con la pace hanno poco a che spartire», sottolinea Grosselli (Cgil). Gli fanno eco Alotti (Uil) e Bezzi (Cisl): «Crediamo che aderire all’appello a tornare a rioccupare lo spazio pubblico con una manifestazione che sappia unire tutte le sensibilità, politiche e culturali, sia essenziale per ribadire il no alla violenza e ad ogni forma di prevaricazione. Dopo l’ultima grande manifestazione unitaria sulla guerra in Ucraina nel febbraio del 2022 con tanta partecipazione è ora di rimobilitarsi, di ritrovare anche nella nostra vita di tutti i giorni le ragioni di praticare giustizia».
Cooperazione
Superare le dicotomie ideologiche è un passo imprescindibile anche per Gennai (Cooperazione): «Oggi viviamo nell’era delle polarizzazioni, soprattutto quando ci troviamo di fronte a eventi drammatici. La polarizzazione, però, non favorisce la ricerca di un punto in comune e alla lunga genera indifferenza». Da questo punto di vista una marcia per la pace è un tentativo per «provare a ricostruire spazi di dibattito pubblico, quindi di confronto. Forse questo è quello che ci manca maggiormente».
Forum per la pace
L’indifferenza scaturisce anche da «un senso di impotenza» secondo Trombetta (Forum Trentino per la pace). «Quando succedono cose molto più grandi di noi ci si sente piccoli e ci si spaventa — prosegue — Se ci uniamo, invece, ci sentiamo meno impotenti. Scendere in piazza significa anche condividere delle paure e farsene carico come collettività». Nei prossimi giorni il Forum per la pace ha già messo in calendario alcuni incontri in vista di una manifestazione. Incontri «in cui parleremo della pace come tema e non come soluzione di una guerra, perché la pace è un atteggiamento di vita quotidiana».
Centro servizi volontariato
Risponde presente anche il Centro servizi volontariato. «I volontari, per definizione, non sono indifferenti e non hanno colore politico — dice Casagranda — Questo è un momento in cui non possiamo abbassare la guardia, in cui non possiamo mostrare disinteresse».