Il caso

mercoledì 9 Ottobre, 2024

Trento, i casoni e le auto a fuoco: «Noi residenti inascoltati»

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Molte le lamentele che sono arrivate proprio all’Itea

«Abbiamo inviato decine di lettere, fatto altrettante telefonate: l’unica risposta è stato un rimpallo di responsabilità… per anni». Sono infuriati i residenti dei Casoni, lo storico complesso di case popolari al centro del quartiere San Pio X. Nel fine settimana due auto hanno preso fuoco. Con molta probabilità incendiate, anche se al momento le forze dell’ordine non si sono espresse sulla natura degli episodi. E allo stesso modo, non arriveranno denunce. Sono, infatti, abbandonate da tempo nei cortili interni del complesso residenziale. Una delle due, una Lancia Y immatricolata nel 1994, non ha nemmeno un proprietario. È stata venduta — assicura quello precedente — ma non sarebbe stato fatto il passaggio. Insomma: non è di nessuno, però intanto occupa (la carcassa non è stata tuttora spostata) un preziosissimo stallo. Un discorso analogo vale per la seconda auto incendiata, una Mitsubishi, anche questa «dimenticata» lì da anni.
Il parcheggio selvaggio è un tema quasi quotidiano tra via Chiesa e via Vittorio Veneto. «Il problema — conferma una residente che vuole rimanere anonima — esiste da anni, ma è peggiorato di recente. Sappiamo perfino che qualcuno ha duplicato i telecomandi per le sbarre per darne copie ad amici e parenti. La conseguenza? C’è chi entra la mattina e lascia l’auto tutto il giorno, senza averne diritto». La situazione è complicata dall’assetto «misto» del complesso: sono 354 gli appartamenti ma 116 sono di proprietà privata. Gli ingressi (e quindi i civici) sono 26 e hanno amministratori condominiali differenti. Ed essere inquilino non dà diritto al posto auto (che sono solo 150: la regola è che il primo che arriva parcheggia, se trova posto. Ecco perché con la mediazione di Itea si è trovato un amministratore unico «super partes» che si deve occupare delle aree comuni. La grana principale è, per l’appunto, quella del parcheggio, ma ce ne sono anche altre. «Un problema è costituito dai rifiuti — prosegue la residente — abbiamo le prove che molti entrano per gettarle nei bidoni condominiali. Stiamo chiedendo di mettere delle chiavi di accesso». Molte lamentele sono arrivate proprio all’Itea. L’ente delle case popolari risponde — ufficiosamente — che ci sono situazioni in cui si può fare davvero poco. Un esempio è rappresentato dalle auto con fermo giudiziario, bloccate magari per il mancato pagamento dell’assicurazione. Certamente, il clima in zona non è dei migliori. Anche perché altre auto sono state danneggiate durante il rogo di quelle abbandonate. «La gente ha paura — spiega Michela Rossi dell’associazione “Wiwo i Casoni” — perché la situazione si è incancrenita e ha portato a molti malumori. Ed è un peccato perché in questo complesso trovano spazio anche molte realtà che fanno del bene».