Maltempo
venerdì 11 Ottobre, 2024
di Davide Orsato
Alle 18 di ieri il sospiro di sollievo. L’ennesima perturbazione di questo 2024 ha lasciato il Trentino lasciando dietro di sé una lunga serie di piccoli disagi, decine di interventi dei vigili del fuoco e tanto, tanto lavoro per tutti il personale impegnato nella macchina della protezione civile. In pochi giorni il Trentino ha ricevuto la stessa pioggia che cade, solitamente in un mese o addirittura due (quest’ultima stima vale in particolare per alcune aree della parte occidentale della Provincia). Nelle valli e nei versanti montani esposti al fenomeno dello stau si è arrivati ai 200 millimetri tra l’episodio di martedì e quello di ieri ma anche nei fondovalle, con una media di circa novanta millimetri, non si è scherzato. Tanta acqua in pochi giorni non può che portare qualche problema.
Frane e allagamenti
Lo si è visto, ieri, con una serie di piccole frane e smottamenti che hanno interessato, in particolare, il territorio del Trentino occidentale: Giudicarie e valle del Chiese in testa. Nella mattinata di ieri un grosso masso ha colpito una barriera protettiva (posizionata proprio per evitare le frane) lungo la statale del Caffaro all’altezza di Darzo, frazione di Storo. La strada è stata chiusa per circa un’ora, con inevitabili disagi, peraltro in orario di punta. In serata, attorno alle 21, invece, uno colata di terra ha invaso la statale 241 tra Cologna e Tenno, nell’alto Garda. La strada è stata chiusa: non riusltano persone coinvolte. Sotto controllo, invece, un altro smottamento che incombe nelle vicinanze del biotopo di Maso Milano, nella bassa val di Non. Nel pomeriggio le forti piogge si sono estese anche al Trentino orientale: allagato il cantiere della pista ciclabile della val di Fassa in corso di realizzazione a Moena. La zona non era accessibile ma i lavori potrebbero avere delle ripercussioni. Le forti piogge, inoltre, hanno causato l’interruzione, nel tardo pomeriggio della strada provinciale tra Fiera di Primiero e San Martino di Castrozza.
A Trento e Rovereto
Conseguenze anche nelle due principali città del Trentino. A Trento, ieri, mattinata difficili per i pendolari in arrivo dalla Valsugana, a causa di una serie di allagamenti in via Venezia, all’altezza della curva all’incrocio di via Corallo. Il tratto dell’ex statale 47 in direzione Pergine si è bloccato nel pomeriggio a causa di un’auto in panne a Ponte Alto. Disagi anche in centro, dove è stato chiuso anche il sottopasso pedonale di via Lampi, finito completamente sott’acqua nelle prime ore della mattinata. E ieri sono tornati a preoccupare il livello dei fiumi, con la Sarca che è tornato a toccare i due metri sopra lo zero idrometrico superando una portata di 230 metri cubi al secondo: valori comunque inferiori al picco di martedì sera. Arrivata nella serata di ieri l’onda di piena dell’Adige, con una portata che è arrivata a toccare i mille metro cubi al secondo all’altezza di Ponte San Lorenzo e con un’altezza di 3,80 metri sopra lo zero idrometrico. A Rovereto i vigili del fuoco sono stati impegnati in ronde per verificare la situazione del fiume nella zona della ciclabile tra il bicigrill e il depuratore, dove si è temuta una piccola esondazione, poi non verificatasi. Tanti interventi in valle dell’Adige, a Trento Nord, Gardolo e Lavis per cantine allagate.
«Salvi grazie alle dighe»
Con gli interventi di ieri si concludono tre giorni difficili della Protezione civile del Trentino. «Ci sarà da fare ancora attenzione — spiega il dirigente provinciale Stefano Fait — a eventuali smottamenti, che potrebbero avvenire anche nei prossimi giorni. È stato fatto un grande lavoro di squadra, grazie anche a un’altissima accuratezza delle previsioni, che hanno facilitato molto l’attività del personale sul campo. E grazie alle previsioni è stato possibile regolare l’attività di laminazione delle dighe. In particolare, grazie a quella di Ponte Pià è stato ridotta di circa 150 metri cubi la portata del Sarca nelle ore critiche di martedì, evitando esondazioni. C’è stata poi l’attività per la rimozione del materiale legnoso alle foci del Sarca: una situazione fisiologica. Gli alvei dei nostri corsi d’acqua risultano quest’anno particolarmente puliti e non destano preoccupazioni». Il 2024, che si sta confermando l’anno più piovoso da quando esistono le registrazioni in Trentino, ha richiesto molte altre volte dispiegamenti di questo tipo. «Un territorio alpino come il nostro è particolarmente esposto al cambiamento — conclude Fait — per fortuna Il Trentino può contare su una grande cultura della prevenzione: i risultati si vedono in queste occasioni». Un pensiero che è anche al centro delle iniziative della settimana della Protezione civile che si concluderà, domani e domenica, con le dimostrazioni al parco delle Albere, in una «Cittadella» allestita per l’occasione. Il momento più spettacolare sarà domenica alle 15, con la simulazione di un soccorso a persone nell’Adige, a cura del corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento. Ad assisterli, il bel tempo, che durerà almeno fino alla giornata di mercoledì. Dopo la perturbazione causata dall’arrivo dell’ex uragano Kirk in Europa, infatti, tornerà protagonista l’alta pressione subtropicale, con temperature che potrebbero arrivare a 25 gradi. Insomma, un’«ottobrata trentina». Anche questa una novità che i cambiamenti climatici hanno proposto più volte negli ultimi anni.
il tour
di Redazione
Come sarà il Trentino tra 10 anni? Questo l'interrogativo al centro dell'iniziativa promossa da Fondazione Synthesis e dal T quotidiano. Nella prossima tappa si parlerà anche del futuro dell'Alto Garda