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lunedì 14 Ottobre, 2024

Migranti, salpata la prima nave della Marina verso i Cpr in Albania. Schlein: «Sperperato un miliardo di euro»

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A bordo il primo screening secondo il protocollo di Meloni: sono maschi e provenienti da Paesi considerati «sicuri»

La nave Libra della Marina Militare è partita verso l’Albania per portare il primo gruppo di migranti nei centri allestiti a Schengjin e Gjader per sottoporli alle procedure accelerate di frontiera. La nave era inizialmente approdata sulle coste siciliane dopo aver soccorso un gruppo di migranti partiti dalle coste nordafricane su cui è stato fatto un primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza da Paesi sicuri, maschi, maggiorenni, appartenenti a categorie «non vulnerabili». La nave Libra è poi salpata da Lampedusa e l’arrivo a Schengjin è previsto per mercoledì.

In base al protocollo firmato dalla premier Giorgia Meloni con il suo omologo albanese Edi Rama, i richiedenti asilo otterranno una risposta entro quattro settimane: se il responso sarà positivo verranno trasferiti in centri di accoglienza in Italia. Altrimenti, verranno rimandati al loro Paese di origine se figura nella lista di 22 Paesi considerati sicuri: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Camerun, Capo Verde, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Tunisia. Grandi le perplessità dell’Unione Europea che con una sentenza della Corte di giustizia mette in dubbio l’elenco dei 22 Paesi che l’Italia considera «sicuri». 

Un protocollo che fa molto discutere anche per i costi elevati che richiede il trasferimento dei migranti in Albania e sul quale l’opposizione ha già espresso la propria contrarietà. «Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l’intero impianto dell’accordo con l’Albania» ha dichiarato la segretaria del Pd Schlein. «Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri. Adesso abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi».