Politica

martedì 15 Ottobre, 2024

Pensioni e consiglieri provinciali, primo ok alla proposta Paccher

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Primo passo della legge che prevede la revisione del sistema contributivo, accusata la scorsa estate di riportare in auge i vitalizi

Via libera alla legge Paccher, quella che in estate ha fatto tanto discutere perché qualcuno temeva riesumasse i tanto vituperati vitalizi. Per ora il disco verde è arrivato dalla Prima commissione regionale, dovrà essere poi l’Aula a dare l’ok definitivo, ma sembra che a questo punto anche le minoranze siano d’accordo, grazie a un emendamento che lascia aperte due strade. Si potrà infatti aderire al nuovo modello che prevede il versamento della contribuzione nelle casse regionali oppure continuare con il vecchio, quello che permetteva l’accumulo dei contributi nei fondi privati.

La proposta di legge di «modifica alle leggi regionali in materia di trattamento economico e regime previdenziale dei consiglieri e delle consigliere» vede come primo e unico firmatario il presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher e intende «introdurre un sistema previdenziale puramente contributivo, come avviene per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti». Il disegno di legge si basa sull’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 2019, applicata altrove ma mai in Trentino Alto Adige. «Il regime attuale, che combina alcuni elementi della previdenza obbligatoria e altri della previdenza complementare — spiegava nei mesi scorsi Paccher — si è rivelato scarsamente efficace».

Se ora il contributo previdenziale trattenuto ai consiglieri e la quota a carico del Consiglio regionale sono trasferiti alla previdenza complementare privata, nelle intenzioni del proponente i contributi per acquisire il diritto all’indennità differita prevista ai fini previdenziali, in analogia con il sistema contributivo dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti, non saranno liquidati, non sarebbero più stati trasferiti a gestori privati, ma rimarrebbero in mano all’ente pubblico.

Una proposta di legge di «modifica alle leggi regionali in materia di trattamento economico e regime previdenziale dei consiglieri e delle consigliere». Testo che vede come primo e unico firmatario il presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher e che intende «introdurre un sistema previdenziale puramente contributivo, come avviene per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti».

Il disegno di legge si basa sull’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 2019, applicata altrove ma mai in Trentino Alto Adige. «Il regime attuale, che combina alcuni elementi della previdenza obbligatoria e altri della previdenza complementare — spiega Paccher — si è rivelato scarsamente efficace». Se ora il contributo previdenziale trattenuto ai consiglieri e la quota a carico del Consiglio regionale sono trasferiti alla previdenza complementare privata, in futuro i contributi per acquisire il diritto all’indennità differita prevista ai fini previdenziali, in analogia con il sistema contributivo dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti, non saranno liquidati, cioè non saranno trasferiti al patrimonio di privati, ma resteranno in mano all’ente pubblico. Nulla cambia a livello previdenziale: «I consiglieri — spiegava il presidente — acquisiscono sì il diritto all’indennità differita prevista ai fini previdenziali, purché sia stato corrisposto il contributo minimo per maturare il diritto alla stessa, mai però il diritto a riscuotere i contributi versati». E aggiungeva: «Le modifiche di cui al presente disegno di legge non comportano aumenti di spesa».

La proposta ha ottenuto il primo via libera previsto dall’iter legislativo, quello della Prima commissione. Con una modifica però, quella contenuta in un emendamento presentato dallo stesso Paccher, in accodo con le minoranze (che si sono astenute) che lascia a chi lo desidera la possibilità di rimanere all’attuale sistema di contribuzione. La commissione ha proseguito i propri lavori con l’esame del disegno di legge sull’elezione degli Organi della Regione e delle Province di Trento e Bolzano in materia di composizione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale presentato dal Team K. Si tratta di un intervento che va ad incidere sul numero dei Questori in Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.