Tribunale
venerdì 18 Ottobre, 2024
di Benedetta Centin
Per anni avrebbe «costretto» la moglie a comportarsi come mai si sarebbe sognata di fare. Nell’intimità, nella vita quotidiana e familiare. Addirittura al lavoro. Per l’accusa l’aveva «costretta» a subire continue sofferenze fisiche, vessazioni anche psicologiche, tra pesanti insulti, umiliazioni e minacce, anche di portarle via i figli. E non si sarebbe fatto alcuna remora di maltrattarla pure davanti ai loro bimbi. Ancora, l’avrebbe «costretta» a fare tutto quanto (anche di perverso e raccapricciante) le chiedeva. O meglio le imponeva, senza scrupoli e ratio. Pretendendo che la donna, che continuava a denigrare e trattare senza alcun rispetto, le obbedisse. Lei — è la ricostruzione degli inquirenti — subiva, tollerava e assecondava quelle richieste spesso insane, per scongiurare che il padre dei suoi figli non reagisse con ulteriori e, perché no, anche più gravi comportamenti vessatori, oppressivi, aggressivi. Un quadro inquietante di abnegazione, di assoggettamento a cui l’uomo, un 42enne finito in carcere e poi agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, avrebbe obbligato per tre anni la moglie. Arrivando anche a spegnerle una sigaretta sulla coscia, a farla rimanere nuda sulla sedia per tutta una notte, con il ventilatore puntato contro, o a restare sul giroscale del condominio così da punirla.
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di Redazione
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