Sanità
martedì 22 Ottobre, 2024
di Redazione
Era il 22 ottobre di dieci anni fa quando ha preso ufficialmente il via, con il primo paziente trattato, l’attività clinica del Centro di protonterapia di Trento. Un percorso iniziato alla fine del 2014, con il primo paziente adulto, e proseguito l’anno successivo con il primo caso pediatrico in Italia trattato con i protoni. Oggi il centro di Trento è una struttura all’avanguardia nella cura dei tumori che ha trattato con i protoni 1.800 adulti e 600 bambini, senza contare l’importante attività di ricerca non solo in campo biomedico pre-clinico, ma anche in campo aerospaziale e dei materiali. Questa mattina, alla presenza dell’assessore alla salute Mario Tonina, del direttore generale di Apss Antonio Ferro e di quanti in questi anni hanno collaborato con il centro di Trento, sono stati illustrati i traguardi raggiunti e le prospettive future dell’unico centro italiano pubblico di protonterapia.
La radioterapia è un pilastro importante del moderno trattamento multidisciplinare dei tumori ed è un elemento essenziale per la guarigione del tumore in oltre il 50% di tutti i pazienti oncologici. La radioterapia avanzata è nata in Trentino più di 70 anni fa, nel 1953, con la prima unità europea di radioterapia al telecobalto a Borgo Valsugana e successivamente a Trento. Il Centro di protonterapia ha ormai 10 anni di servizio clinico nell’ambito della Rete radioterapica del Trentino Alto Adige (Radioterapia oncologica di Trento, Protonterapia di Trento, Radioterapia di Bolzano, che, insieme, forniscono tutti i tipi di radioterapia ad alta tecnologia disponibili) ed è pienamente integrato in tutte le attività oncologiche del Trentino e nelle reti nazionali e internazionali.
Il Centro di protonterapia, unico centro completamente pubblico in Italia, serve i pazienti trentini e altoatesini (circa 20% dell’attività) ed è anche a disposizione, circa il 70% del suo volume di attività, di pazienti provenienti da fuori regione e per il 10% per pazienti internazionali.
Ad oggi, il centro ha trattato più di 2400 pazienti di cui circa il 25% pediatrici, tutti rientranti nelle categorie coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e attualmente autorizzati, per i pazienti provenienti fuori dal Trentino, su base individuale, vista l’attivazione del Nomenclatore Tariffario Nazionale ormai prevista non prima di gennaio 2025.
«Le indicazioni per la protonterapia includono quelle “classiche”, per cui le caratteristiche fisiche dei protoni – ha spiegato il direttore del Centro Frank Lohr – si traducono in risultati clinici favorevoli nel caso di cordomi, condrosarcomi e altri tumori dei tessuti molli, nonché in alcuni particolari tumori del distretto testa-collo, un sottogruppo di tumori della parotide e dei seni paranasali, alcuni tumori cerebrali, tumori maligni pediatrici e tumori maligni nei giovani adulti (oltre tumori del sistema nervoso centrale e sarcomi anche i linfomi e altri tumori mediastinici), in cui la protonterapia è sempre più considerata un’opzione favorevole. Sempre più spesso la protonterapia viene utilizzata anche in situazioni di ritrattamento (cioè quando il paziente è stato negli anni precedenti già sottoposto ad una radioterapia sulla stessa sede di malattia), ad esempio nel cancro del seno o del polmone per singoli pazienti. Un numero significativo di dati clinici di alta qualità attualmente pubblicati o in arrivo nel prossimo futuro potrebbe ampliare le indicazioni all’utilizzo dei protoni, rafforzando ulteriormente la posizione della radioterapia come fattore determinante per la cura dei tumori».
Dopo l’avvio clinico del centro nel 2014 e il primo trattamento di un paziente pediatrico nel 2015, i fisici, i medici e i tecnici sanitari di radiologia medica, in collaborazione con i radiologi, gli anestesisti e il personale infermieristico del centro, hanno introdotto diverse nuove tecniche di trattamento mutuandole da quanto in atto nella radioterapia con fotoni, come la verifica del trattamento near-line, l’imaging pre-trattamento on-line, il gating respiratorio per il trattamento di tumori che si muovono con il respiro, la radiochirurgia e, più recentemente, i trattamenti quasi-rotazionali implementati a Trento per la prima volta al mondo.
Questo ha portato a diversi primati al livello nazionale e internazionale ed ha permesso al centro di diventare uno dei pochi al mondo in grado di eseguire trattamenti, quando indicati, in ogni parte del corpo con la massima qualità, in integrazione ottimale con la radioterapia a fotoni e i trattamenti oncologici sistemici.
Questi risultati hanno permesso ad Apss, in uno sforzo di collaborazione tra diverse Unità operative, di entrare in uno studio internazionale potenzialmente in grado di cambiare la pratica per un sottogruppo di pazienti con cancro dell’esofago e di promuovere uno studio multicentrico nazionale sul trattamento delle aritmie cardiache maligne. Entrambi gli studi partiranno all’inizio del 2025.