il progetto
mercoledì 23 Ottobre, 2024
di Tommaso di Giannantonio
Arrivano ulteriori dettagli sul nuovo ospedale di Trento. La struttura sarà costruita a forma di torre (con sviluppo verticale) oppure a forma di piastra (con sviluppo orizzontale). In ambedue i casi avrà un’altezza massima di 40 metri, quanto una torre di Madonna Bianca. Avrà mille posti letto, con vere e proprie «family room». E sarà dotata di oltre 30 sale operatorie. Ogni giorno 10mila persone graviteranno intorno al polo ospedaliero e universitario di via al Desert. È quanto emerge dai documenti trasmessi alle 6 società che si sono candidate per la progettazione, pubblicati due giorni fa. Secondo l’ultima roadmap, il polo entrerà in funzione nel 2032.
Dentro al nuovo ospedale
Il nuovo ospedale dovrà avere dagli 800 ai mille posti letto (il Santa Chiara ne ha 650). Quasi la metà, 452, saranno destinati alla degenza. Ci saranno solo stanze doppie, di cui circa 200 a uso singolo. Le stanze avranno una zona per il caregiver che assiste il paziente («family zone»). I familiari avranno a disposizione una poltrona e un letto. Tutte le camere saranno dotate di servizio igienico: wc sospeso, doccia a filo pavimento con sedile, box doccia, bidet, lavabo. In ogni stanza ci sarà una televisione, una radio, un telefono e un computer collegato a internet, anche «per l’eventuale prosecuzione delle attività lavorative» (smart working).
L’area operatoria sarà formata da 15 sale per interventi programmati e d’urgenza (almeno di 50-55 metri quadrati), 2 sale ibride (80-90 metri) e 2 sale di robotica (72-75 metri). Il polo cardiovascolare sarà formato da 7 sale (3 emodinamica, 2 elettrofisiologia, 2 radiologia interventistica). Il gruppo operatorio «day surgery» avrà 8 sale. L’area endoscopia diagnostica e interventistica conterà 11 sale.
L’area di alta intensità avrà 66 posti (16 di rianimazione, 10 Tipo, 10 di Ti neurochirurgica, 8 di Ti cardiochirurgica, 10 di Utic, 8 di Stroke-unit e 4 di alta specialità riabilitativa per gravi cerebrolesi).
Tutte le funzioni del polo
Nel polo confluiranno tutte le attività del Santa Chiara, dell’ospedale Villa Igea, della Banca del sangue di via Malta, dell’edificio ex Ipai di via Paolo Orsi e del Poliambulatorio Crosina Sartori. Il polo sarà integrato con il Centro di protonterapia e con l’Hospice pediatrico di prossima realizzazione. Non solo. Sarà integrato con il futuro polo universitario delle professioni sanitarie (sarà costruito in via Fersina) e con l’eventuale fermata del tram.
Non è finita qui. Provincia e Azienda sanitaria hanno chiesto ai progettisti di prevedere (a fianco al polo didattico) anche un possibile polo della ricerca: una torre di 10-15mila metri quadrati per diverse attività di ricerca, da quella pre-clinica ai laboratori di biochimica, robotica e biologia molecolare.
Come sarà l’ospedale
L’architettura e l’ingegneria del polo saranno basate sul modello del «green hospital», cioè su soluzioni «tali da massimizzare l’utilizzo di fonti energetiche alternative e ridurre al minimo i consumi energetici, idrici e la produzione di rifiuti», si legge nel quadro esigenziale. Gli spazi interni ed esterni, invece, saranno pensati secondo il modello «Healthy building», ossia in termini di benessere psico-fisico.
Le alternative progettuali
Il documento di fattibilità contempla come alternativa progettuale anche la ristrutturazione del Santa Chiara e delle altre strutture. Il costo si aggira intorno ai 500 milioni di euro, di cui 425 solo per il Santa Chiara. Un’ipotesi con evidenti punti a sfavore perché comporterebbe un allungamento dei tempi (almeno 20 anni), un imponente sforzo organizzativo e disagi per pazienti e operatori. Per questo si propende per la realizzazione di un nuovo ospedale.
Ci sono due alternative progettuali. La prima prevede un complesso «verticale», caratterizzato da un corpo centrale denominato «torre tecnologica» collegato a raggiera a tre corpi laterali identificati come «torre day center», «torre degenze» e «torre servizi». L’altra alternativa prevede un complesso «orizzontale», organizzato in corpi: una piastra tecnologica, un blocco ambulatoriale «day center», un blocco degenze e un blocco amministrativo-didattico.
Entrambe le ipotesi prevedono una superficie di 200mila metri quadrati e una spesa superiore ai 600 milioni, ma si sa già che il costo arriverà a 1 miliardo tra arredo, attrezzature fisse, polo didattico e nuova viabilità. Il polo «orizzontale» presenta delle performance leggermente migliori dal punto di vista dell’integrazione con gli spazi didattici, della flessibilità e della manutenzione.
Polo da 10mila persone
Ogni giorno 9.543 persone passeranno dal polo: 2.578 dipendenti, 190 operatori esterni, 3.660 utenti, 450 tirocinanti, 240 specializzandi, 2.425 studenti, professori e altro personale universitario. È stato previsto un traffico giornaliero di 6.500 auto. Per questo motivo servirà un parcheggio da 2.700 posti, di cui 2.200 per l’ospedale (500 per gli utenti) e 500 per il polo didattico.
Sono state previste due ipotesi di adeguamento viabilistico: la prima prevede la sistemazione della viabilità in corrispondenza del ponte di Ravina così come proposta dal commissario straordinario Cesarini Sforza; l’altra, invece, prevede di allungare l’interramento della tangenziale (ha maggiori costi, ma sarebbe più funzionale).