Il lutto
domenica 18 Dicembre, 2022
di Redazione
Il cordoglio per la scomparsa di don “Bepi” Grosselli è trasversale e coinvolge istituzioni e persone comuni che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e stimarlo. Il sindaco di Trento Franco Ianeselli lo ha ricordato come un «difensore dei diritti degli operai, convinto sostenitore dell’emancipazione delle donne e della cultura dell’accoglienza». Aggiungendo: «Trento ti deve molto e non ti dimenticherà».
Anche Luca Oliver, presidente delle Acli Trentine ha speso parole lusinghiere per il sacerdote che seppe camminare a fianco dei i più umili, amante della cultura e della musica. «Una vita al servizio del mondo del lavoro e della promozione umana» ha sottolineato Oliver. «Le Acli Trentine si stringono attorno a tutti coloro che hanno conosciuto, apprezzato ed amato don Giuseppe Grosselli, un grande amico del nostro movimento, un padre spirituale, un formatore e un attento precursore dei cambiamenti che hanno caratterizzato la nostra società dal dopoguerra ad oggi». Don Bepi Grosselli era entrato nelle Acli nei primi anni Cinquanta svolgendo un’intensa attività nel campo della formazione delle collaboratrici famigliari e collaborando attivamente all’organizzazione del movimento femminile aclista a partire dai corsi e dai ritiri estivi alla Pensione Ombretta di Soraga, in val di Fassa. Nel 1966, per volontà dell’allora Arcivescovo Gottardi, assunse il ruolo di accompagnatore spirituale delle Acli, incarico che mantenne fino al 1989 accanto a quello di Delegato per la Pastorale del lavoro. «In questi ruoli – ricorda Oliver – don Bepi rivestì una funzione fondamentale sia per quanto riguarda la crescita di consapevolezza e di responsabilità dei lavoratori e delle lavoratrici all’interno del movimento sindacale, sia per quanto riguarda la collocazione delle Acli che proprio in quegli anni maturarono la scelta di allontanamento dal “collateralismo” con il partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana». Una scelta che in altri ambiti territoriali assunse i toni della scomunica e della condanna, con l’allontanamento degli accompagnatori diocesani dalle Acli e le critiche serrate di papa Paolo VI, ma che in Trentino, proprio grazie alla mediazione di Grosselli, non portarono ad alcuna rottura. «Questo fatto ebbe un rilievo fondamentale per le Acli e la loro storia – prosegue Oliver – in quanto l’allontanamento dalle tradizionali “cinghie di trasmissione” anticipava in realtà i tempi nuovi dell’autonomia del Terzo settore dalla subalternità alla politica prefigurando un futuro di maturità e di indipendenza politico-culturale in continuità con il percorso di crescita dei cattolici democratici e di collaborazione continua e rinnovata con la Chiesa trentina. Don Grosselli divenne pertanto un protagonista di quel movimento di rinnovamento della società e della Chiesa che si riconobbe nella grande proposta riformatrice del Concilio Vaticano II e che trovò in Trentino una terra e una comunità particolarmente attente, feconde e generatrici di proposte innovative ed inclusive.
Il cordoglio per la scomparsa di don Grosselli è stato anche intimo e personale, per i tanti che lo hanno conosciuto nel percorso della vita. Lucia Maestri, segretaria del Pd locale, ne descrive la delicatezza ma anche la capacità di incidere e lasciare un segno nei rapporti personali: «Mi guardi ancora da lì, sempre un passo indietro, con il consiglio morbido ma decisivo. Mi incoraggi nelle strade della vita. Mi solleciti a fare di più per stare vicino alle persone, tutte, perché sono le persone e i loro vissuti che danno senso all’impegno politico. TI ho ascoltato sempre, ti ascolto ancora. Come ascolto il tuo amato Coro Bella Ciao che racconta valori nei quali abbiamo creduto e crediamo. Ti porterò dentro sempre. Ciao don Bepi Grosselli, grande uomo, grande prete».
il sermone
di Redazione
Il videomessaggio per le festività: «È difficile anche solo immaginare di poter “sperare” sotto il cielo di Gaza o di Kiev, di Aleppo o di Damasco, della Corea e del Sudan»