l'intervista
sabato 26 Ottobre, 2024
di Matteo Malfer
«Sono orgogliosa delle mie origini trentine e sono molto contenta di rappresentare in Brasile questa mia appartenenza attraverso lo sport». Si potrebbe sintetizzare così la doppia anima e il legame di Rosamaria Montibeller, campionessa di prima fascia della nazionale femminile di pallavolo brasiliana, in un ponte ideale che collega il Trentino con il Brasile e in modo particolare lo Stato di Santa Catarina. A maggio 2025 le comunità trentine del Brasile celebreranno i 150 anni della grande migrazione: il 1875 è infatti una data fondamentale per la loro storia. In quell’anno, circa 1,5 milioni di italiani migrarono in Brasile per rispondere alla domanda di manodopera e i trentini contribuirono in maniera importante a soddisfare questo bisogno nelle colonie agricole, in particolare degli Stati di Rio Grande do Soul, di Santa Catarina e di San Paulo. La storia di Rosamaria Montibeller ha radici che si trovano in una delle prime vicende note di trentini che emigrarono in Brasile: nel 1874, 400 contadini valsuganotti diedero vita ad una comunità, che chiamarono Nova Trento. La prima di una lunga serie: Nova Levico, Nova Tyrol e altre realtà con nomi di paesi e valli trentini. Oggi sono una sessantina i Circoli trentini in Brasile che testimoniano il profondo legame con la terra d’origine.
Ed è proprio da Nova Trento, che oggi conta circa 15 mila abitanti, che proviene Rosamaria Montibeller, fresca vincitrice del bronzo olimpico a Parigi con la nazionale femminile brasiliana di pallavolo. Come lascia intuire il cognome, il fortissimo opposto (o schiacciatrice) della nazionale verdeoro, ha origini trentine, valsuganotte, di Roncegno. E così, oltre alle medaglie di Nadia Battocletti nei 10 mila metri e di Ruggero Tita nella vela, la terza medaglia «trentina» delle Olimpiadi che si sono svolte a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto arriva dalla pallavolo (brasiliana). Rosamaria, dopo il debutto in Superliga Série A (la massima serie del campionato brasiliano di pallavolo femminile) e dopo alcune stagioni in cui ottiene ottimi risultati con le squadre in cui milita (São Caetano, Campinas, Pinheiros, Minas e Praia Clube) dove ottiene anche dei riconoscimenti personali come il premio di migliore schiacciatrice, nel 2018, nella stagione 2019-20 si trasferisce proprio in Italia per giocare nel campionato di Serie A1, tornando «a casa» e vestendo varie maglie tra cui quella dell’allora neopromossa Wealth Planet Perugia, Casalmaggiore, AGIL Volley Novara e UYBA Busto Arsizio.
Rosamaria Montibeller milita ora nel Denso Airybees, squadra giapponese con sede nella città di Nishio. Ed è proprio dal Paese del Sol Levante che, con un italiano quasi perfetto ci racconta il suo percorso. Ad aiutarci a raggiungerla hanno contribuito Carlos Toaldo (manager di Rosamaria) e Andrey José Taffner Fraga (coordinatore dei circoli trentini di Santa Catarina e Paranà).
Da cittadina brasiliana, quanto sono importanti le radici italiane?
«Sono nata e sono cresciuta in mezzo alla cultura italiana. Ho saputo da piccola da dove sono venuti i miei genitori e ancora prima i miei nonni e quindi da sempre ho vissuto un po’ della cultura italiana, conoscendola e rispettandola. Il mio percorso parte dalle mie origini e quindi dall’Italia. Sono molto orgogliosa di avere origini trentine. Quando ho giocato in Italia ho avuto l’opportunità di visitare molti luoghi e ho capito da dove vengo».
Che legame c’è ad oggi con il Trentino e con l’Italia nella sua città?
«Nello Stato di Santa Catarina e nella mia città, Nova Trento, questo legame è fortissimo. Facciamo spesso delle feste legate alla cultura e alla storia italiana e trentina in particolare. Ogni anno, ad esempio, celebriamo la festa “Incanto Trentino” dove si balla e si mangia trentino. Il legame è forte e questo è molto bello».
Come è stato giocare e vivere in Italia?
«Ho avuto l’opportunità di vivere in diverse città in Italia e mi sono trovata benissimo in tutte le quattro le città dove ho vissuto e di conseguenza nelle società dove ho militato. Viaggiando poi ho potuto scoprire meglio la cultura e il modo di vivere anche se a dire la verità quando sono arrivata mi sembrava tutto molto simile al modo di vivere che avevo nella mia città in Brasile. Sono cresciuta con la cultura italiana e per questo è stato come essere a casa».
Che emozione è stata la recente medaglia olimpica?
«Vivere un’altra Olimpiade è stato bellissimo, la realizzazione di un altro sogno che forse non avevo nemmeno pensato perché mi sembrava difficilissimo. Sono molto orgogliosa del mio percorso e di quanto fatto con le mie compagne di squadra: abbiamo vinto una medaglia importantissima per il nostro Paese. Avere l’opportunità di essere un’atleta olimpica significa essere arrivati al punto più alto della vita sportiva e questo per me è una cosa fantastica».
Una battuta sulla squadra italiana vincitrice dell’oro?
«Chi ha visto le Olimpiadi lo sa, la squadra italiana è una squadra spettacolare che già da tanti anni gioca insieme e questo si è notato, ma quest’anno c’era qualcosa in più. Velasco poi è un allenatore che ha vinto tantissimo e secondo me grazie a lui qualcosa è cambiato. Hanno fatto veramente un bel lavoro e hanno meritato questa medaglia».
Un messaggio ai cittadini trentini amanti dello sport?
«Sono molto orgogliosa di questa mia origine mezza brasiliana e mezza italiana. Rispetto e apprezzo la cultura, le usanze e lo sport italiano e per questo sono molto felice di aver conosciuto questo Paese perché sento forti dentro di me le origini che ho. Voglio ringraziare tutte le persone che mi seguono e che tifano anche per me anche dal Trentino».
Quale messaggio invece ai cittadini brasiliani?
«Mi sento una rappresentante dei trentini e questo è motivo di orgoglio per me. Spero di poter sempre portare felicità e soddisfazione anche a tutti i brasiliani che come me hanno origini trentine e italiane più in generale».
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