L'opinione

sabato 26 Ottobre, 2024

Referendum sull’orso in Val di Sole, le ragioni del no: «Voto legittimo, ma così non si risolvono i problemi»

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Alessandro Piacenza è consigliere nazionale dell’ Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) e responsabile del settore fauna della stessa

Piacenza, che percezione ha della situazione orsi in Val di Sole?
«Ho l’impressione che si sia arrivati ad un pericoloso muro contro muro, mentre l’unica opzione perseguibile è quella della convivenza. La reintroduzione è stata voluta dalla politica trentina del tempo, ora la stessa politica dovrebbe darsi da fare per limitare al massimo l’insorgere dei problemi. Sia chiaro, il rischio zero non esiste e quanto successo ad Andrea Papi non può lasciarci indifferenti. Tuttavia non si può scaricare le colpe esclusivamente sugli orsi. La gestione deve essere migliorata, sia in termini di formazione sia in quelli di prevenzione».
Il referendum è un giusto metodo?
«Non mi permetterei mai di dire che l’esercizio democratico sia sbagliato. Tuttavia non bisogna generare false illusioni: la valenza di questa votazione è tutta da dimostrare. Serviva quantomeno rivolgersi all’intero elettorato provinciale; limitarsi a chiedere un parere su un animale tutelato da leggi europee a una fetta di popolazione così piccola porta a poco. Con tutto il rispetto della gente della Val di Sole, stiamo parlando di 15mila persone. Anche di fronte a un plebiscito per il sì è difficile che qualcosa cambi. Anzi, si sta generando ulteriore paura e insoddisfazione quando la strada da percorrere è un’altra».
Perché votare no alla consultazione?
«A mio avviso la domanda è posta male. Il quesito doveva essere diverso, interrogandosi sul fatto se si è convinti che si siano messi in atto tutti quei meccanismi di informazione e prevenzione per evitare il reiterarsi di un incidente. Se informazione e prevenzione sono scarse o nulle non si tutela nessuno, né la persona che incappa nell’incontro con l’orso né l’animale. E poi io sono ancora convinto che la presenza di un animale così stupendo in un territorio a lui adatto possa continuare ad essere un qualcosa di virtuoso a livello di immagine turistica e naturalistica».
Cosa si aspetta per il futuro?
«Credo che si debba puntare seriamente sul via libera all’uso di strumenti non letali da dare in mano anche al cittadino se debitamente formato; il tutto per limitare i problemi che possono insorgere negli incontri fortuiti e ravvicinati. Il lupo da questo punto di vista problemi non ne dà, mentre l’orso se spaventato può reagire. Avere uno spray può tutelare sia l’uomo che il plantigrado. Per quanto riguarda invece l’agricoltura bisogna spingere sulle opere di prevenzione come reti pastorali e cani da protezione, invitando anche residenti e turisti ad assumere il giusto comportamento. Se un maremmano ti abbaia o ti ringhia perché ti sei avvicinato a una mandria o a un gregge al pascolo la colpa non è né del cane né del contadino. Loro hanno fatto il loro dovere».S.Z.