L'iniziativa
lunedì 28 Ottobre, 2024
di Redazione
Prende il via su impulso della vicepresidente Gerosa il progetto integrato “Contenimento della denatalità“. L’Agenzia per la Coesione sociale della Provincia autonoma di Trento ha attivato, in collaborazione e sinergia con l’Università di Trento, Fondazione Franco Demarchi, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e Ispat. Un progetto di ricerca che si pone la finalità di formulare analisi da cui partire per elaborare possibili politiche e misure economiche che possano sostenere il contenimento della denatalità e la creazione di nuove famiglie. L’attività ha già preso avvio e proseguirà per tutto il 2025. Per questo progetto scientifico, a seguito dell’aggiornamento dell’atto di indirizzo per l’università e la ricerca, il Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Ateneo trentino ha in programma l’attivazione di una borsa di assegno di ricerca. «Ho scelto la strada dell’approccio scientifico per elaborare nuove politiche, partendo da un’analisi di dati e contesti diversi», così la vicepresidente Gerosa.
La denatalità è in crescita, non solo in Italia ma anche in Trentino, seppure con numeri diversi, e la vicepresidente e assessore alle politiche per la famiglia e la natalità Francesca Gerosa, in sinergia con l’assessore Achille Spinelli, sta studiando nuove strategie per frenarla e invertire la curva demografica. Nella Strategia provinciale di legislatura dell’ente provinciale risulta centrale il tema della famiglia: da questa premessa, la Provincia, tramite l’Agenzia per la Coesione sociale, ha deciso di avvalersi del supporto scientifico di un team di partner, quali l’Università di Trento, Fondazione Demarchi, Apss e Ispat per un progetto di ricerca denominato “Contenimento della denatalità”. “L’obiettivo della ricerca è raccogliere dati e informazioni che possano essere utili all’identificazione di interventi integrati, volti a sostenere e promuovere il benessere delle famiglie, la coesione sociale, i progetti di vita delle famiglie e la genitorialità – ha commentato la vicepresidente Francesca Gerosa -. Fondazione Demarchi e Università di Trento, in collaborazione e sinergia, procederanno con una intensa attività di analisi, ricerca e valutazione. Le risorse messe a disposizione della Provincia per la realizzazione del progetto serviranno anche a finanziare un assegno post-lauream di ricerca. L’attività – ha aggiunto – prevede l’analisi dei dati esistenti da fonti Ispat e da indagini e panel che verranno studiati ed effettuati ad hoc da Apss sulle condizioni collegate alla natalità in Trentino; l’analisi della letteratura socio-demografica scientifica nazionale e internazionale sul ruolo delle politiche pubbliche in relazione alla fecondità; la mappatura delle misure in essere nell’ambito delle politiche familiari e, infine, un’analisi comparata delle politiche presenti nei Paesi europei al fine di identificare le buone prassi e i modelli sviluppati, per comprendere in che modo rivedere le attuali politiche ed implementare nuove soluzioni.” “La Giunta ha rivisto l’atto di indirizzo per l’Università e la ricerca 2023-2025 per approvare ulteriori attività di collaborazione in ambiti di particolare interesse, fra i quali vi sono le politiche a sostegno della natalità – ha dichiarato l’assessore provinciale allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca Achille Spinelli. Il tema della natalità – ha aggiunto – è al centro degli obiettivi della nostra strategia di legislatura ed è una delle sfide più importanti per il futuro della nostra comunità”. Negli ultimi decenni in Italia si è assistito ad un graduale trend di decrescita demografica e all’aumento degli squilibri generazionali. I dati Istat (2021) mostrano come gran parte della riduzione della fecondità nell’ultimo decennio sia da attribuire al crollo delle nascite sotto i 35 anni, dovuta alla prolungata permanenza nella famiglia di origine, che spingono i giovani a ritardare la transizione ad una vita autonoma. L’età media di uscita dalla famiglia di origine in Italia è attorno ai 30 anni. Secondo i dati Ispat, nel 2021 i giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono con almeno un genitore sono il 46,7%. Questa situazione è riconducibile a molteplici fattori, tra i quali: il protrarsi dei tempi di formazione, le difficoltà nell’entrare nel mondo del lavoro, la diffusa instabilità del lavoro, la necessità di doversi adattare a lavori irregolari o sottopagati e le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni. “Per definire delle politiche pubbliche e conseguenti interventi e misure, crediamo sia necessario un approccio analitico, scientifico, che permetta, attraverso un’attenta e competente analisi dei vari fattori e dati, oltre che delle politiche attive in altri Paesi, una valutazione a più livelli per definire delle proposte anche evolutive” – ha concluso la vicepresidente Gerosa. |
crisi climatica
di Francesca Dalrì
Il docente Unicam della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e tecnologie, nonché meteorologo (soprattutto per passione) delle gare sciistiche a Cortina è stato ospite della rassegna «Alpitudini»