La richiesta

lunedì 28 Ottobre, 2024

Welfare, Arcobaleno spinge la rivoluzione provinciale

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La Cooperativa che ha sede nell’Alto Garda ha consegnato all’assessore Tonina i punti cardine per riformare i servizi in previsione dell’invecchiamento della popolazione

Partirà molto probabilmente dall’alto Garda la rivoluzione del welfare trentino. A giudicare dalla reazione espressa l’altro pomeriggio dall’assessore provinciale alla salute Mario Tonina alla festa che la cooperativa Arcobaleno ha organizzato al centro polifunzionale di San Giorgio per pubblicizzare la sua attività, si può ragionevolmente pensare che le basi della nuova politica di assistenza agli anziani saranno quelle che il consiglio di amministrazione della cooperativa rivana ha proposto nel corso di una riunione un paio d’ore prima dell’inizio della festa. «La presidente Chiara Dossi – ha detto infatti al microfono l’assessore Tonina – mi ha lasciato una nota di quelli che potrebbero essere gli ulteriori impegni che la cooperativa Arcobaleno si rende disponibile a condividere con il mio dipartimento. Non è solo l’assessore che crede a questi progetti, ma è l’intera squadra a farlo su temi sempre più importanti per il futuro. Di fronte all’invecchiamento della popolazione e al calo delle nascite – ha aggiunto – ci dobbiamo impegnare a dare le giuste risposte attraverso la prevenzione, magari partendo già dalla scuola primaria. Nel 2050 gli ultrasessantacinquenni saranno oltre il 30%, ragion per cui dovremo pensare a servizi diversi, poiché con quelli attuali non ce la faremmo». E a quei servizi diversi il cda di Arcobaleno ha già pensato, in una logica di superamento della parcellizzazione dei servizi «a favore di una visione di collaborazione tra persone ed enti – si legge nel documento consegnato da Chiara Dossi all’assessore Tonina – che miri a salvaguardare e garantire la salute e la sicurezza delle persone fragili e delle loro famiglie». Gli interventi futuri non potranno più essere concepiti come sostegno alla famiglia, ma in sostituzione di quest’ultima. «Non c’è nulla da inventare – sostengono alla cooperativa Arcobaleno – basta riorganizzare e implementare. Quello che ancora manca è un meccanismo organizzato e fluido che concepisca la “presa in carico” di una persona o di una famiglia come sistema». Cooperative, Apsp, aziende private ed enti pubblici dovrebbero organizzarsi in un sistema di collaborazione, coinvolgendo magari anche le associazioni di volontariato, le agenzie interinali, i fondi sanitari integrativi come Sanifond e le casse rurali territoriali, secondo una riorganizzazione in chiave sistemica dei servizi e delle offerte esistenti che allo stesso tempo punti a implementarli. Il primo passo da fare sarebbe quello di creare sinergie tra la cooperativa e l’azienda di servizi alla persona, magari con il contributo tecnologico di Gpi, un’azienda che facilita il percorso di trasformazione tecnologica della sanità, che potrebbe attivare alcuni utili strumenti di domotica. In una fase successiva si potrebbero attivare patti collaborazione con le associazioni di volontariato, le agenzie e i fondi integrativi. Su questi principi la presidente di Arcobaleno Chiara Dossi ha chiesto all’assessore Tonina di aprire una riflessione a livello provinciale e soprattutto di accompagnare la nostra Comunità di valle ad una sperimentazione in questo senso. Fra i progetti che potrebbero partire con una certa celerità ci sarebbero il cohousing fra anziani, come quello alla scuola primaria di Vigne e in un altro contesto residenziale a Bolognano, e soprattutto il badantato di quartiere. La convinzione è che attivando nuovi modelli assistenziali e meccanismi finanziari innovativi si possa trasformare il problema dell’invecchiamento della popolazione in opportunità.