Il caso
martedì 29 Ottobre, 2024
di Simone Casciano
I guai di Vittorio Sgarbi e gli affari del Mart, museo di cui è presidente, non sono mai stati così pericolosamente vicini, come dopo le ultime novità emerse dall’inchiesta del Fatto Quotidiano e di Report sul caso del Manetti rubato. «Ho modificato io il quadro» ha ammesso ai microfoni della trasmissione di Rai 3 il pittore e noto copista Lino Frongia. E proprio Frongia in questi anni ha visto le sue opere esposte più volte al Mart che, su idea di Vittorio Sgarbi, al pittore ha dedicato anche una piccola mostra personale.
L’inchiesta
Ma partiamo dai fatti. Il caso a «La cattura di San Pietro», quadro del pittore caravaggesco seicentesco Rutilio Manetti inizia un anno fa. Nel 2022 Sgarbi a Lucca, nella mostra “I pittori della luce”, presentava l’opera come di sua proprietà. Peccato che Report e il Fatto Quotidiano hanno ricostruito che il quadro di Sgarbi fosse in tutto e per tutto identico a una tela rubata a un castello di Buriasco nel 2013. Una differenza una torcia, una candela, nell’angolo in alto a sinistra. «La torcia nell’originale non c’era, è stato Sgarbi a chiedermi di aggiungerla» ha ora ammesso Frongia non solo ai giornalisti, ma anche agli inquirenti. Sì perché del fatto si è interessata la procura di Macerata che ora avrebbe concluso le indagini che vedono Sgarbi indagato per riciclaggio, auto riciclaggio e contraffazione di opere d’arte.
Lato Mart
E qui la storia di Frongia e quella del Mart di Rovereto arrivano a intrecciarsi. Sì perché il pittore e copista, indagato per falsi anche in Francia, negli anni della presidenza Sgarbi è stato più volte esposto al museo di Rovereto. Non solo nella mostra «Il falso nell’arte» come riportato da Report. Il «T» ha ricostruito ulteriori occasioni in cui Frongia è stato esposto al Mart. Una sua copia dell’autoritratto di Dürer è stata inserita nel percorso dedicato al pittore tedesco. Il caso più rilevante però è «Lino Frongia. Visioni», una mostra personale del pittore allestita al Mart dal 22 maggio 2021 fino al 29 agosto dello stesso anno, nata, si cita dal sito del museo, «da un’idea di Vittorio Sgarbi e a cura di Beatrice Avanzi e Denis Isaia».
Ferretti: «Noi estranei»
«Non è corretto chiamarla una mostra personale – precisa il direttore del Mart, Diego Ferretti – Non ha occupato un piano intero e nemmeno mezzo. Si è trattato di un focus dedicato all’artista e se ricordo bene collegato ad altre mostre che avevamo in quel momento». Rimane il fatto che una veloce analisi del curriculum di mostre, personali o collettive, a cui Frongia ha partecipato mostra come l’essere stato esposto al Mart sia stato un unicum come prestigio nella carriera dell’artista. Ferretti precisa che «l’artista non è stato pagato per le mostre, del resto non è prassi, ed escludo che alcune sue opere siano entrate nelle collezioni del Mart tramite acquisto o donazione». È anche vero però che già solo il fatto di esporre le proprie opere in un museo prestigioso come il Mart ne accresce il valore (come già il «T» aveva scritto delle opere della Fondazione Sgarbi). Sui recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto Frongia, Ferretti dice «ci dispiace, ma noi abbiamo esposto l’artista per il valore delle sue opere e l’attinenza che avevano con i lavori del Mart in quel momento».
Galassia Sgarbi/Mart
Gli intrecci tra il mondo di Sgarbi e quello del museo roveretano non finiscono qui. Nell’inchiesta di Report compare anche la G-Lab di Correggio, un’azienda specializzata nella produzione ad altissima definizione di stampe di quadri. Sono stati loro a realizzare la stampa del quadro di Manetti che era stata esposta a Lucca da Sgarbi. «Sgarbi non ha mai voluto esporre il Manetti originale – spiega Thomas Mackinson del Fatto Quotidiano – Forse perché nella copia il fatto che la torcia fosse stata aggiunta è meno ovvio». Era stata proprio la G-Lab a confermare che quella esposta a Lucca era la copia realizzata da loro. E sempre la G-Lab compare anche nelle note spese del Mart, in particolare nel 2021 prima per 16.700 euro e poi per 6.300. Spese legate probabilmente alla realizzazione di copie, in particolare quella della Venere del Botticelli per la mostra dedicata al pittore rinascimentale. Tutto legittimo e alla luce del sole, solo un altro esempio di come la galassia Sgarbi e quella Mart siano ormai sempre più intrecciate, e così anche i guai del critico d’arte e presidente del museo.