Dopo l'incidente
mercoledì 30 Ottobre, 2024
di Redazione
Non ce l’ha fatta Matilde Lorenzi, la promessa dello sci italiano che era caduta lunedì durante un allenamento in Val Senales. L’atleta, tesserata per il Centro sportivo dell’Esercito Italiano, è morta all’ospedale San Maurizio di Bolzano dove era stata portata con l’elisoccorso. Era stata operata d’urgenza per ricomporre il trauma cranio-facciale: nella caduta, avvenuta sulla pista Gravald G1 in Val Senales, aveva battuto la testa. Le prime indagini condotte dai carabinieri di Silandro hanno escluso la presenza di piante o barriere a bordo pista e il tracciato della pista sarebbe apparso regolare. La procura di Bolzano ieri ha aperto un fascicolo per «atti non costituenti reato».
Torinese di Villarbasse e componente della squadra junior femminile, Matilde Lorenzi avrebbe compiuto 20 anni il 15 novembre. Era specialista delle prove veloci: nella passata stagione aveva vinto il titolo italiano assoluto e giovani in supergigante a Sarentino e si era classificata al sesto posto in discesa e all’ottavo in supergigante nei Mondiali juniores di Chatel, in Francia. Vanta un undicesimo posto in supergigante a St. Moritz nel dicembre 2023 come migliore piazzamento in Coppa Europa. Anche la sorella maggiore Lucrezia è sciatrice, attualmente nella terza squadra nazionale. I funerali di Matilde si terranno domani (giovedì 31 ottobre) alle 10 a Giaveno (Torino).
«Per l’ultimo addio a Matilde – fa sapere il padre della sciatrice, Adolfo Lorenzi – non vogliamo nessun tipo di fiore. In queste ore stiamo cercando di organizzare una raccolta di fondi da destinare al miglioramento della sicurezza degli atleti che sciano. Ora vedremo come fare, magari collaborando anche con l’università, ma il nostro obiettivo è quello di tutelare i ragazzi che sciano e di tenere in vita il ricordo di Mati».
Tanti i messaggi di cordoglio da parte delle alte cariche dello Stato per la scomparsa dell’atleta, tesserata per l’Esercito, compresi quelli del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni. «Non esistono parole adeguate davanti a questa tragedia. Ci uniamo al profondo cordoglio della famiglia, insieme alla Fisi e al Centro Sportivo Esercito, esprimendo la vicinanza di tutto lo sport italiano per la scomparsa di Matilde, con l’intento di tenerne vivo il ricordo e l’esempio promosso con il suo talento e la sua passione per lo sci», afferma il presidente del Coni Giovanni Malagò.
A ricordare la giovane atleta è stata anche la trentina Laura Pirovano, atleta da anni impegnata in Coppa del Mondo: «Io la conoscevo ma purtroppo non sono mai stata in squadra con lei, quindi non abbiamo passato molti momenti insieme. Sicuramente il ricordo più vivido resta il campionato italiano di supergigante. Io ero in testa ma ho concluso seconda alla fine, proprio perché Matilde quel giorno è riuscita ad essere la più veloce e la più brava. Da un lato mi è spiaciuto.. ma vedere una ragazza così giovane vincere il titolo assoluto è stata una cosa bella, una grande speranza per il futuro. Già pensavo che nel giro di pochi anni saremmo magari state compagne di squadra. Mi sarebbe piaciuto, era una ragazza fantastica. Al traguardo di ogni supergigante la immaginerò lì, sempre una posizione davanti a me».
La morte di Matilde Lorenzi è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie sulla neve. Nonostante i materiali a disposizione attualmente e gli standard elevati in tema di sicurezza, la montagna ha fatto diverse vittime nel corso degli anni. Tra i campioni azzurri morti sulle piste va ricordato Giacinto Sertorelli, due volte medaglia d’argento ai Mondiali in discesa libera, morto nel 1938 per le conseguenze di una caduta a Garmisch-Partenkirchen a causa della pista gravemente deteriorata. Leonardo David, grande promessa dello sci italiano di fine anni ’70, morì nel 1985 per le conseguenze di un incidente avvenuto nel 1979, a Cortina d’Ampezzo. Nonostante gli esami medici non avessero trovato nulla di rilevante dopo quella caduta, il ragazzo iniziò ad accusare alcuni disturbi ma si presentò comunque a Lake Placid per la discesa libera pre-olimpica. Durante la prova cadde nuovamente e piombò in un “coma vigile” da cui non si riprese più.