Il report
venerdì 1 Novembre, 2024
di Gabriele Stanga
In Trentino aumentano le entrate contributive e l’occupazione, ma su scala regionale cresce anche l’evasione accertata, che supera i 5 milioni.
Tante le aziende e i lavoratori irregolari, oggi 241 e 1.338, così come i lavoratori in nero (146). Permane, inoltre, il divario di genere, pur in un quadro di miglioramento dell’occupazione femminile. Questi i punti chiave emersi dal rendiconto sociale presentato ieri dall’Inps a palazzo Geremia. Ad illustrarlo il direttore della sezione di Trento, Claudio Floriddia, insieme al responsabile dell’area flussi contributivi Andrea Marchisiello.
Popolazione più giovane
«La popolazione residente in Trentino nell’ultimo anno è cresciuta di circa un migliaio di unità, prevalgono le donne, che sono circa il 50,6%. La popolazione attiva è del 63,2% e poi notiamo che la fascia d’età tra gli 0 e i 14 anni è più alta rispetto al contesto nazionale», spiega Floriddia . Dunque il Trentino in media è più giovane del resto delle province italiane. «L’età media è di 45,7 anni, anche questa più bassa rispetto a quella italiana che si assesta sul 46,6».
Aspettativa di vita e nascite
Positiva, al contempo anche la speranza di vita con un dato di «86,3 anni per le femmine e 82,1 per i maschi. Questo è un primato trentino perché è la speranza di vita maggiore a livello nazionale», precisa il direttore. È in calo però la natalità, come già ci si attendeva: «Il saldo naturale dal 2015 al 2022 è negativo, con una leggera prevalenza dei decessi rispetto alle nascite (-1.325), dato comune anche a livello nazionale. La popolazione complessiva in trentino è cresciuta di circa 2.000 unità, non tanto per il saldo naturale, quanto per quello migratorio».
Contributi e occupazione
Intanto aumentano i contributi: «Nel 2023 le entrate contributive sono aumentate di circa il 7% rispetto all’anno precedente, con entrate riscosse per oltre 2,3 miliardi di euro» commenta Floriddia . Un dato che però, come spiega Andrea Marchisiello è positivo perché riflette un aumento dell’occupazione: «Abbiamo un totale di quasi 300mila occupati nel 2022, dato più aggiornato che abbiamo. La distribuzione è variegata, i lavoratori dipendenti arrivano quasi a 200mila persone. Di questi la maggior parte sono dipendenti di aziende private e questo dato è anche il più positivo rispetto all’anno precedente, con un aumento del 5%». Di contro, è stabile la quota dei dipendenti pubblici, mentre è in leggera flessione il lavoro autonomo, soprattutto quello artigiano (-2,4%). Crescono soprattutto i contratti a tempo indeterminato (+5,2%) ma anche quelli a termine (+3,9%), mentre diminuiscono gli intermittenti (-15,2).
Dato di genere
Il tasso di occupazione in Trentino ha raggiunto nel 2023 il 70,2%, con punte del 93,5% per i maschi tra i 35 e i 49 anni e del 79,8% per le donne. L’occupazione femminile è in aumento, nella fascia dai 15 a i 24 anni (24,8% nel 2023 contro il 23,9 del 2022) e soprattutto dai 25 ai 34 (dal 72 al 75,9% in un anno), mentre è in leggero calo nella fascia tra i 34 e i 49 anni (-0,9%). Il dato è migliore rispetto al resto del paese, rimane però la differenza con gli uomini che, su tutte le fasce, hanno percentuali sensibilmente più alte e differenze permangono anche sui redditi pensionistici: le pensioni di anzianità ammontano in media a 1.713,7 euro per le donne e 2.284,3 per gli uomini, quelle di vecchiaia rispettivamente a 656,4 euro e 1.307,8. I pensionati in Provincia sono 136.471, di cui 69.585 donne e 66.886 uomini.
Aziende e irregolarità
A prima vista sembrano buone anche le statistiche sul fronte della regolarità contributiva. Nel 2023 i Durc (documento unico di regolarità contributiva) regolari sono stati quasi 42mila (41.655) a fronte di circa 3.000 irregolari (2.941). La percentuale di irregolarità è dunque molto bassa, circa il 6,6%, contro il 16,3% nazionale. Il dato è in diminuzione con un calo di circa il 2% negli ultimi due anni. Accanto a questi dati, però, si devono considerare quelli della vigilanza ispettiva in ambito regionale. Nel 2023, a fronte di 360 ispezioni, sono risultate irregolari 241 aziende, contro le 203 del 2022. In un anno sono quasi triplicati i lavoratori irregolari, passati da 488 a 1.338 e i lavoratori in nero, saliti da 105 a 146. L’evasione contributiva accertata, infine è di 5 milioni 111.079 euro, a fronte dei 4 milioni 221.218 dell’anno precedente. Nella sola Provincia di Trento, invece, ci sono state 1.339 verifiche documentali, con 877 irregolarità riscontrate e la scoperta di 37 rapporti di lavoro fittizi.
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