Elezioni
venerdì 1 Novembre, 2024
di Donatello Baldo e Stefano Frigo
Nelle ultime ore si è sparsa la voce, o forse qualcosa in più, di un forte pressing del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, nei confronti del patron del Calcio Trento Mauro Giacca. Secondo questa indiscrezione i due si sarebbero già incontrati e lo stesso Fugatti avrebbe proposto a Giacca il pieno sostegno della Lega nel caso in cui decidesse di candidare come sindaco del capoluogo. Fratelli d’Italia invece non avrebbe alcuna intenzione di sposare questa linea. Almeno per il momento. In ogni caso il diretto interessato getta acqua sul fuoco: «Sapete tutti quanto sono impegnato con la mia azienda e con la squadra di calcio. Sinceramente non vedo spazi per altre cariche, tra l’altro molto impegnative e di grande responsabilità», evidenzia Giacca . «Con Fugatti — aggiunge — ci conosciamo da anni e siamo legati da un bel rapporto di amicizia e stima, questo è assolutamente vero. Ma ciò non significa che io debba candidarmi come sindaco il prossimo maggio». Se qualcuno ha pensato a lui, si dice però onorato: «Certo, mi fa piacere se magari qualcuno ha preso in considerazione questa ipotesi, e non nego che nel passato qualche avances mi era arrivata dalla stessa parte politica. Ma anche allora ho già declinato l’invito». Ma in qualche modo Mauro Giacca lascia una porta aperta: «Ovviamente non posso prevedere cosa accadrà nel futuro, questo mi sembra evidente». Se sul fronte della Lega, seppur nello spazio delle ipotesi, i nomi emergono, silenzio assoluto sul fronte di Fratelli d’Italia, che si limita a ribadire il profilo a cui il candidato sindaco del centrodestra dovrà attagliarsi: esponente della società civile, non legato ad alcun partito, imprenditore. O meglio, imprenditrice, perché i meloniani sussurrano che l’asso nella loro manica è una figura femminile.
Oltre alle ipotesi le certezze. E una è questa: non c’è accordo, non c’è intesa nella coalizione di Fugatti. Forse anche perché Fugatti sembra chiamarsi fuori dalla contesa, e c’è addirittura chi dice che non abbia alcuna intenzione di spendersi, si «metterci la faccia» con la possibilità di doversi intestare un’eventuale sconfitta. Sconfitta che seguirebbe quella che si è consumata a Rovereto, dove se non lui direttamente, la faccia ce l’aveva messa il «suo» Achille Spinelli, assessore, entrato in Consiglio provinciale alla guida della Lista Fugatti e dato spesso come «delfino» predestinato dell’attuale governatore.
Il centrodestra, in ogni caso, su Trento non trova la quadra. Non ci sono nemmeno incontri in agenda tra i partiti della coalizione. E c’è chi inizia a preoccuparsi. «Non si incontrano perché c’è sempre sullo sfondo il derby Lega-Fratelli d’Italia», diceva nei giorni scorsi la senatrice Michaela Biancofiore. «Alla fine — profetizzava — sceglieranno il solito esponente della società civile, quando invece si vince con un esponente politico. Perché altrimenti sembra che il centrodestra ammetta di non essere all’altezza di esprimere dalle sue fila un candidato. O peggio, che si vergogni di se stesso». E un’altra profezia: «Se va così si perde. E il dubbio è che a qualcuno vada bene così. Che a Trento governi Ianeselli e in Provincia Fugatti».