Sanità
domenica 3 Novembre, 2024
di Davide Orsato
Il «modello Rovereto», contestatissimo dai sindacati, potrebbe, a breve, essere replicato anche a Trento. Accorpamento di alcune unità di chirurgia e qualche posto letto in meno: forse una trentina, su un totale 676 (dato del 2023) attivi al Santa Chiara. L’ipotesi sta girando in questi giorni, sarebbe stata ventilata – secondo fonti dell’ospedale – in una riunione, ma non comunicata ancora ai sindacati, sul piede di guerra dopo la decisione dell’ospedale Santa Maria del Carmine. Le ragioni sono le stesse: difficoltà a trovare personale di comparto, in particolare infermieri, garantendo la copertura dei turni e le ferie. La questione è aperta: del resto, anche la decisione su Rovereto non apparrebbe sicura e — come ha sottolineato l’Azienda provinciale per i servizi sanitari — sarebbe temporanea in attesa di altre assunzioni. Il problema personale, però, rimane e, all’interno dei due maggiori ospedali del Trentino c’è chi, tra i dirigenti medici, ha fatto apertamente notare che quel personale infermieristico si potrebbe tranquillamente recuperare all’interno dell’azienda. Come? Chiudendo i punti nascita di valle, Cles e Cavalese: si recupererebbero, in un sol colpo, trenta infermieri, subito a disposizione.
«Usare meglio le risorse»
La questione, del resto, era già stata sollevata da un sindacato medico, la Cimo: «È noto — sottolinea la segretaria provinciale — Sonia Brugnara — che si tratta d reparti molti dispendiosi. Da tempo chiediamo di allocare meglio le risorse, e per risorse non intendiamo solo quelle economiche, ma anche quelle umane». La scelta, certamente, è politica, e l’Apss non può rovesciare le decisioni della giunta, ma gran parte dei medici la contesta da tempo.
E anche sulla scelta di ridurre le unità operative (e i posti letto) c’è perplessità. «Questa decisione — prosegue Brugnara — si ripercuote anche sulla dirigenza medica. E le assunzioni da paesi esteri potrebbero non essere la risposta definitiva. Abbiamo bisogno di formare personale qui». Anche il presidente dell’ordine dei medici, Marco Ioppi, nutre dei dubbi: «A Rovereto si accorpa chirurgia, ma la carenza di posti letto si ripercuote anche sulle altre attività. Con un numero minore rischiano di saltare interventi di oculistica, di ortopedia e di allungare così le liste d’attesa. Inoltre la stagione dell’epidemia influenzale è alle porte e statisticamente i ricoveri aumentano».
«Impegno nel bilancio»
Domani si parlerà di sanità nel corso di una riunione della maggioranza che sostiene la giunta Fugatti. «Sarà confermato l’impegno — anticipa l’assessore alla Salute, Mario Tonina — di mettere maggiori risorse destinate al personale sanitario, medico, infermieristico e operatori sociosanitari. Ciò non significa, semplicemente, aumenti, ma anche venire incontro nella conciliazione tra vita privata e lavoro che è una delle richieste che mi è arrivata più frequentemente durante le mie visite d’ascolto nelle strutture sanitarie. Naturalmente, l’intervento in bilancio non è qualcosa di improvvisato: ci stiamo pensando, e attrezzando da mesi».