I dati
mercoledì 6 Novembre, 2024
di Davide Orsato
Quando si parla di sanità e retribuzioni c’è anche l’altro lato della medaglia. Riguarda i medici ospedalieri, spesso i dirigenti più quotati: si tratta dell’attività in libera professione («intramoenia», se svolta nella stessa struttura dove si lavora quotidianamente), quella che i medici — legalmente — svolgono in aggiunta a quella da dipendenti dell’azienda sanitaria di riferimento, nel caso del Trentino, l’Apss. È una questione che, necessariamente, finisce all’interno del dibattito pubblico che riguarda il presente e il futuro della sanità perché viene considerata un indice di quanto incide l’attività privata in ambito pubblico. E, ciclicamente, arrivano propeste per normarla, uniformarla — eventualmente ridurla. Proposte che, finora, non sono andate a buon fine.
In crescita
Recentemente l’Apss ha pubblicato l’elenco delle retribuzioni dei propri dirigenti. Ne emerge un’attività libero professionale in crescita. Lo sottolinea il consigliere di Onda Filippo Degasperi, che su questo tema ha depositato un’interrogazione. «Nel 2018 il centrodestra “di lotta” proponeva di obbligare i medici a interrompere il servizio intramoenia nel momento in cui i tempi di attesa per avere la stessa prestazione con lo stesso professionista in regime istituzionale siano superiori ai dieci giorni. Peccato che negli ultimi dieci anni si sia assistito a una vera esplosione di intramoenia: nel 2014 c’erano sei medici pubblici che superavano i 60 mila euro. Nel 2023 sono diventati venti, di cui otto sopra i centomila euro. E tutti quelli già in servizio allora hanno visto i propri redditi da libera professione aumentare in dieci anni».
L’elenco
Il dato completo è nel grafico in pagina. Al primo posto è si conferma il primario di otorinolaringoiatria di Rovereto, Giuseppe Nicolò Frau, con un reddito da libera professione di 179 mila euro. Segue l’oculista Federica Romanelli (165 mila euro) e l’ortopedico Fabrizio Cortese (145 mila euro). Oculistica e dermatologia sono tra le specialità più ricorrenti. Nelle prime venti posizioni, tutte sopra i sessantamila euro, appaiono, tutti molto vicini, i cardiologi di Trento e Rovereto. Complessivamente, circa 150 dirigenti medici, su 370, svolgono o hanno svolto attività libero professionale.
Le richieste alla giunta
Nell’interrogazione, Degasperi, chiede l’elenco dettagliato delle prestazioni con tanto di data e orario erogate nell’anno 2023 nonché l’orario giornaliero di entrata e uscita con indicazione della sede di servizio. «L’amministrazione provinciale — sostiene il consigliere di Onda — dica se non ritenga necessario intervenire per riportare la libera professione di qualche medico entro limiti ragionevoli e compatibili con il concetto di servizio pubblico. Va poi spiegato come mai, una volta giunti al governo della provincia, il Centrodestra non ha ritenuto utile applicare quanto previsto dal suo disegno di legge del 2018». Una nota: l’interrogazione è stata pubblicata sulla pagina della Provincia con gli «omissis», ossia con i nomi dei medici anneriti. «Una scelta paradossale — dice Degasperi — dato che si tratta di dati pubblici, leggibili sul sito dell’Apss». L’azienda sanitaria li ha pubblicati, come previsto dalla legge, nella sezione «trasparenza»