Trento
lunedì 19 Dicembre, 2022
Si è svolta la cerimonia di intitolazione a Dina Bettanini, fondatrice dell’Alfid, , di una delle sale interne della Biblioteca comunale dei ragazzi, al primo piano della palazzina Liberty in piazza Dante.
All’evento erano presenti, oltre alla famiglia e a numerosi conoscenti della scomparsa Bettanini, l’assessora Elisabetta Bozzarelli, le Presidenti dell’Alfid Sandra Dorigotti e del Consiglio delle donne, Filomena Chillà.
Come espresso dall’assessora Bozzarelli, «l’intitolazione a Dina Bettanini di questa sala è per noi altamente simbolica: Dina infatti ha sempre lavorato per ricomporre i cocci di tante famiglie in crisi. Il suo lavoro assomigliava all’arte giapponese del kintsugi, che aggiusta la ceramica con l’oro, rendendo più preziosi gli oggetti riparati. Dina aiutava gli adulti a rimettersi in piedi, a ripartire, da soli o in coppia, e soprattutto ad assumersi la responsabilità dei minori, a non abdicare al loro ruolo di educatori e di punti di riferimento. Per questo il nome di Dina Bettanini è davvero azzeccato per questa sala: è un memento per noi adulti, un richiamo a essere protagonisti della cura e dello sviluppo dei nostri figli, a nutrire la loro immaginazione e la loro sensibilità. Che poi è il compito a cui adempie anche questa bellissima biblioteca».
L’importanza di tutelare la figura del bambino e restituire dignità alle nuove relazioni è alla base del lavoro svolto dall’Associazione, come sottolineato dalla Presidente Dorigotti, che ha ringraziato il Comune per l’appoggio dimostrato nei confronti della progettualità portata avanti con tanta tenacia da Alfid. La vita delle famiglie si trasforma anche attraverso la sofferenza ed è pertanto cruciale garantire ai ragazzi la capacità di avere una visione del futuro, nonostante le difficoltà.
Dina Bettanini è stata una donna visionaria, in grado di precorrere i tempi e di trasformare il suo desiderio di aiutare gli altri in un’associazione che ancora oggi si occupa del benessere della famiglia e delle relazioni. Come affermato da Filomena Chillà, l’intitolazione di questa sala non è solo «un modo per dare visibilità alle donne, che troppo spesso restano nell’ombra, anche quando sono, come Dina, capaci di combattere lo stigma del pregiudizio».
Il gesto dell’Amministrazione va infatti nella direzione di offrire un sempre più ampio riconoscimento al valore dell’opera femminile e all’importanza che figure come quella di Dina Bettanini rivestono per la comunità e i suoi cittadini.
In conclusione della celebrazione è intervenuto anche don Sergio, che ha ricordato il rapporto di Bettanini con la Chiesa e con il vescovo Gottardi, evidenziando «la loro capacità di percorrere la medesima strada, anche se su sponde diverse, che poi tanto diverse non sono».
il sermone
di Redazione
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