sanità
mercoledì 13 Novembre, 2024
di Redazione
Negli ultimi sei anni, dal 2018 al 2024 sono state ben 118 le aggressioni in Trentino contro il personale sanitario, per una media di due episodi al mese. In calo però gli eventi sfociati in infortuni, scesi nel 2023 a 11, rispetto ai 20 del 2022 e ai 25 del 2021. Lo ha riferito l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, in risposta ad un’interrogazione presentata su questo tema dalla consigliera Lucia Coppola.
«Nel 2022 sono stati registrati 2.243 casi di infortunio in occasione di lavoro accertati
positivamente dall’Inail e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari
perpetrate nei confronti del personale sanitario (in aumento del 14% sul 2021): 1.584 per
le donne (+15%) e 659 per gli uomini (+12%)», informa la consigliera.
Violenza fisica come punta dell’iceberg di un fenomeno che si esprime anche in forma
verbale e attraverso lo stalking, con il conseguente aumento di stress tra i professionisti sanitari.
Aggressioni che si verificano specialmente nei pronto soccorso e nei reparti di degenza,
negli ambulatori, nei reparti psichiatrici, sulle ambulanze , negli ambulatori dei medici sul
territorio e guardie mediche. «Statisticamente la maggior parte degli atti di violenza,
soprattutto quelle verbali, non viene denunciata e quindi i dati ufficiali sono sottostimati.
Infermieri e Oss i più colpiti. Soprattutto le donne», prosegue Coppola.
Tra le cause la carenza di personale, che porta a disservizi e lunghi tempi di attesa, creando il presupposto per le aggressioni.
«Carenza che non permette spesso di lavorare in équipe evitando il lavoro individuale. Sarebbe importante invece la presenza di più personale almeno nelle situazioni e nei luoghi dove risulta più facile che si verifichino reazioni da parte dell’utenza. Importante inoltre è mettere in campo un forte
impegno all’educazione e alla prevenzione contro la violenza. La formazione, infatti, è
essenziale per dare ai professionisti sanitari gli strumenti utili a prevenire e gestire il
fenomeno della violenza», osserva Coppola.
Nella risposta all’interrogazione l’assessore Tonina ha evidenziato che, a seguito della valutazione dei rischi, sono state individuate misure di miglioramento che l’Apss sta progressivamente implementando.
Tra queste, interventi su ambienti sensibili come il Pronto Soccorso dell’ospedale di Trento, dove si stanno adottando alcune misure per la sicurezza. Aggiunta, a tale scopo, una seconda porta per regolamentare gli accessi e facilitare eventuali vie di fuga. Lavori in corso sia presso il Pronto soccorso sia presso il servizio psichiatrico.
Introdotti inoltre, in supporto al personale in caso di pericolo, anche dispositivi di allerta rapida e coinvolti servizi di vigilanza esterni all’Azienda. Il personale operativo sul territorio è stato poi invitato a installare l’App “Where are you?”, per facilitare l’assistenza in caso di difficoltà al di fuori delle strutture aziendali.
Intrapreso nel 2023 anche un percorso formativo per il personale sul riconoscimento e la prevenzione dell’aggressività.
Il Decreto Legge n.137, approvato il 2 ottobre 2024 e divulgato sul territorio nazionale, interviene inoltre con nuove disposizioni per affrontare in maniera più strutturata ed efficace l’emergenza, ha ricordato Tonina.
I sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up annunciano intanto per mercoledì 20 novembre uno sciopero nazionale di 24 ore di medici, dirigenti sanitari e infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006, a cui aderiranno le sezioni del Trentino. L’azione nasce come risposta ad un’indagine condotta dai comitati regionali di Nursing Up che, attraverso dati e testimonianze, conferma la profonda crisi della professione infermieristica all’interno delle strutture assistenziali, tra «turni massacranti, straordinari obbligati e carenza cronica di personale».
«I provvedimenti fin qui adottati o palesati nelle sedi istituzionali seppur utili sono deboli. La sicurezza sul posto di lavoro è una delle motivazioni per le quali abbiamo proclamato lo sciopero generale in sanità il 20 novembre», ha commentato Cesare Hoffer, coordinatore di Nursing up del Trentino, in relazione alle aggressioni subite dal personale sanitario. «È un fenomeno in ascesa nelle strutture assistenziali trentine e che ultimamente ha assunto connotati ormai drammatici – ha aggiunto Hoffer -. La maggior parte degli eventi aggressivi sono sottaciuti. Riteniamo che la tutela psico-fisica in azienda sanitaria e nelle Rsa sia tutt’ora insufficiente».