ciclismo

martedì 19 Novembre, 2024

Caso Toniolli, per l’incidente in bici tre indagati. La madre: «Non condanniamo gli organizzatori»

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Per l'accusa sarebbero responsabili della mancata adozione di strumenti di protezione sul muretto in cemento contro cui si è schiantata la ciclista trentina

Vittima di un grave incidente durante una corsa a Vittorio Veneto (Treviso), più di tre mesi fa, la vigilia di Ferragosto, la talentuosa ciclista trentina Alice Toniolli, atleta della Top Girls Fassa, ha sottoscritto la querela per lesioni gravissime presentata dal padre, suo curatore speciale. «Una denuncia ma contro ignoti, si sappia: non abbiamo nessuno da querelare – ci tiene a precisare mamma Katia – È successo sì, come è successo ancora nel mondo dello sport, non ultimo la sciatrice caduta in Val Senales, ma non condanniamo gli organizzatori che si adoperano da volontari: non c’è rabbia, alcun accanimento da parte nostra». Una querela arrivata in «zona Cesarini», a poche ore dalla scadenza dei termini, funzionale all’accertamento dei fatti da parte dell’autorità giudiziaria e a far scendere in campo anche l’assicurazione.
Non andrà quindi in archivio il fascicolo aperto dal sostituto procuratore di Treviso, Michele Permunia, con tre indagati e cioè Giacomo Salvador, presidente dell’associazione cicloturistica Vittorio Veneto organizzatrice della gara, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, direttore e vice-direttore della corsa. Per l’accusa responsabili della mancata adozione di strumenti di protezione sul muretto in cemento contro cui si è schiantata in corsa, sul «Circuito dell’Assunta», la 19enne di Mezzocorona, finita in coma per i gravi traumi riportati. Ma non c’è alcun «intento punitivo» nei confronti degli organizzatori della gara da parte dell’atleta più volte in azzurro e già campionessa europea juniores. Tanto meno da parte della sua famiglia, come chiarisce mamma Katia che è sempre stata al capezzale della figlia, prima in ospedale a Treviso, poi in quello di Trento, e che ha vissuto momenti di disperazione, gioito per il risveglio dal coma della sua ragazza, che si è emozionata per ogni suo piccolo grande miglioramento. Progressi che continuano a registrarsi anche ora che la promessa del ciclismo italiano è a casa, a Mezzocorona, attorniata dall’affetto di familiari e amici. «Alice ha recuperato bene finora e prosegue con la riabilitazione. I medici dicono che il percorso di recupero sarà lungo ma è giovane ed è un’atleta e questo aiuta. Lesioni permanenti? Lo dicono i giornali, non chi ha in cura mia figlia» racconta mamma Katia, amareggiata per quanto riportato dalla stampa. Di certo la 19enne «scalpita per tornare alla vita normale, per iniziare l’università, per riprendere la palestra, la preparazione, per continuare con il ciclismo che è il suo sogno – confessa la donna – Ritornasse su quella benedetta sella, nonostante le mie paure sarei contenta, cosciente che allora la mia Alice avrà dimenticato tutto, che sarà tornata in pista, che sarà di nuovo felice».