Scuola e lavoro
mercoledì 20 Novembre, 2024
La storia di Abraham: «Non andavo più a scuola, ora voglio diventare ingegnere e dedicarmi all’AI»
di Massimo Furlani
Dalla Nigeria al Trentino, lo studente frequenta l'Enaip: «Grazie a mia madre e ad una prof che si prendeva il tempo di farmi lezione di inglese»

«Ho vent’anni, sono nato a Benin City e oggi vivo ad Arco». Così inizia il racconto di Abraham Osa’s Adolor, lo studente nigeriano che frequenta l’Enaip Trentino ad Arco e ieri, durante il convegno, è intervenuto per portare la sua testimonianza da alunno che, durante il suo percorso, è stato più volte vicino ad abbandonare gli studi: «A Benin City ho studiato per nove anni prima di dovermi trasferire con la mia famiglia a Lagos – spiega – Qui per un anno e mezzo non sono potuto andare a scuola ma dopo sono comunque riuscito a completare il mio percorso di studi, che in Nigeria termina ai 15 anni. Avevo studiato per diventare parrucchiere ma non ero soddisfatto di quel percorso, a quel punto la mia famiglia ha insistito perché mi trasferissi in Italia per continuare a studiare, soprattutto mio padre voleva che scegliessi un istituto professionale, e dopo un’attesa lunga tre anni, appena diventato maggiorenne sono riuscito a venire qui nel 2021 e ho iniziato a frequentare l’Enaip di Arco».
Gli inizi però non sono stati facili e Abraham non nasconde di aver più volte pensato di lasciar perdere quel percorso: «Il primo anno è stato complicato, per me era tutto nuovo – prosegue – Dalla lingua al metodo di insegnamento all’ambiente, non è stato facile ma mia mamma continuava a dirmi di proseguire, voleva arrivassi a studiare all’università, una cosa che nessun altro della nostra famiglia è mai riuscito a fare. L’ho ascoltata fino a quando non mi sono autoconvinto che dovevo assolutamente riuscire ad andare avanti e superare quelle difficoltà. Ho cominciato a studiare tanto, a leggere molti libri in italiano, agli esami degli anni successivi ho ottenuto prima 87 e poi 95 come voti».
In questo periodo, lo studente si è anche fatto un’idea di cosa vuole fare nella sua vita: «Adesso sono in quinta e spero di riuscire a entrare all’Università per studiare ingegneria robotica – racconta – Mi piacerebbe diventare un programmatore nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Durante la mia esperienza qui in Italia ho svolto tirocini in tre aziende diverse e li ho ritenuti utili, insieme ai miei studi, per decidere che questa è la strada che voglio percorrere». La scuola scelta da questo punto di vista si è dimostrata luogo inclusivo e aperto anche alle sue esigenze: «Ad Arco ho trovato da subito degli ottimi insegnanti – sottolinea Abraham – Quando sono arrivato qui, ero in seconda superiore, c’era, ad esempio, una professoressa che si prendeva il suo tempo per insegnarmi le cose prima in lingua inglese e poi in italiano». L’intervento si chiude con un appello: «A chi dovesse affrontare i miei stessi dubbi nel continuare a frequentare gli studi direi di seguire le proprie passioni. Durante il tirocinio ho conosciuto persone che mi dicevano di aver concluso il loro percorso in terza, e che ora ogni giorno in azienda si trovano a fare le stesse cose. Io non voglio che questo succeda anche a me».
la storia
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