sicurezza

giovedì 21 Novembre, 2024

Infortuni, l’allarme degli studenti di Cles: «Rischi anche nell’alternanza scuola lavoro»

di

Ieri al convegno dei periti industriali la testimonianza di Renato Gasperi, membro di Anmil, rimasto invalido al 65% dopo un incidente

Sbagliando si impara, sì, ma a volte anche un errore banale può cambiare la vita o addirittura stravolgerla. È quello che è successo circa quarant’anni fa a Renato Gasperi, membro di Anmil (associazione Nazionale Mutilati e invalidi del lavoro), intervenuto ieri al convegno dell’Ordine dei Periti industriali, tenutosi presso il palazzo della regione. Al centro, la sicurezza sul lavoro, a cominciare da una testimonianza diretta: «A volte una banalità può sconvolgerti la vita – racconta Gasperi – Nel 1985 ebbi un’incidente. Un giorno misi un piede in fallo su un ponteggio mentre andavo a prendere delle misure e feci dieci metri di volo. Mi svegliai in ospedale con il 65% di invalidità. Non potevo più fare il mio lavoro». Da qui la necessità di riarrangiarsi e passare da operaio edile a lavoratore della scuola, fino a diventare responsabile sicurezza sicurezza.
Allarme scuole
In quarant’anni molte cose sono cambiante e molti passi in avanti sono stati fatti in tema di sicurezza sul lavoro, con anche un deciso del calo degli incidenti. ma le problematiche restano ancora, come quelle segnalate dai ragazzi dell’Istituto Pilati di Cles, durante l’alternanza scuola lavoro: «Alcuni di noi si sono trovati a montare pannelli solari senza imbragatura e utilizzare muletti senza le necessarie patenti». Una denuncia in piena regola che non poteva che trovare la riprovazione dei presnti. «È la dimostrazione del fatto che oggi c’è molta attenzione da un punto di vista formale ma poca da un punto di vista pratico» osserva il presidente dell’Ordine dei Periti Industriali del Trentino Gabriele Cassietti. Con lui il direttore di Uopsal (l’Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro in Provincia di Trento), Dario Uber: «Situazioni come questa vannos egnalate nell’immediato a livello di scuola, l’alternanza non è uno strumento per far lavorare i ragazzi ma per fargli apprendere un mestiere. È un ambito delicato da monitorare bene. Si sta lavorando a nuove linee guida».
Telefoni e guida
Nell’evento si è poi discusso su come affrontare il tema a livello generale. Il giornalista del T Francesco Terreri, chiamato a moderare l’evento ha ricordato che, pur in un contesto in cui i numeri in Trentino sono diminuiti, rispetto al passato restano molte zone grigie su cui lavorare. Inoltre nei primi 9 mesi del 2024 i morti per incidenti sul lavoro sono stati 11, contro gli 8 nello stesso arco di tempo del 2023, cifre ancora troppo alte. Andrea de Zordo, presidente dell’Associazione Artigiani e della camera di commercio si è concentrato sul tema della distrazione: «Molte volte a causare gli incidenti è l’uso dei telefonini, bisogna agire a livello culturale, già dalle scuole. La differenza si fa con l’attenzione», le sue parole. Con lui Marco Lorenz membro del consiglio direttivo di Confindustria Trento: «C’è ancora tanta strada da fare, la cultura della sicurezza è fondamentale. Anche la formazione nelle scuole diventa cruciale. Nelle imprese potrebbe essere utile un sistema premiantre per chi si distingue nell’ambito della sicurezza», il commento. Lorenz ha poi ricordato che «circa il 25% degli incidenti avvengono in itinere, ossia nel tratto di strada da casa a lavoro», il che porta a riflettere sia sulla mobilità, che appunto sull’uso dell tecnologie alla guida.
Edilizia e agricoltura
Uber, ricorda invece che mentre le segnalazioni ad Uopsal (che non sono il totale delle segnalazioniin Trentino) sugli infortuni mortali sono passate dalle 2 dello scorso anno alle 7 di quest’anno. Precisa poi che «I settori più colpiti da infortuni sono quelli dell’agricoltura e delle costruzioni, dove il pericolo è più presente e conseguentemente anche il rischio». Cassietti sul punto osserva che la questione economica, spesso addotta come scusante, «Non può essere una giustificazione. La sicurezza è un investimento, perché tutela il lavoratore che è una risorsa per l’impresa», Sottolinea inoltre che «una delle caratteristiche della definizione di infortunio è la non prevedibilità» ma che spesso nelle realtà agricole dispositivi di sicurezza progettati per prevenire gli infortuni «non vengono utilizzati, bisogna portare la sicurezza dal lato formale all’applicazione». Da qui l’invito a creare un tessuto tra amministrazione e mondo economico che metta le competenze di periti ed esperi in tema di sicurezza a disposizione anche delle imprese. Sulle costruzioni, invece Lorenz punta il dito contro la catena dei subappalti: «Man mano che il presso si abbassa il rischio cresce, bisogna fare in modo che negli appalti pubblici non si arrivi al massimo ribasso», la chiosa.
I ragazzi delle altre scuole presenti, Itc Buonarroti e Istituto Floriani di Riva del Garda hanno evidenziato uno scollamento tra imprese e scuola e la necessità di insistere più sul lato pratico della formazione. «Da anni proponiamo che la formazione sulla sicurezza entri nel percorso curricolare, deve diventare un valore etico maturato nelle coscienze», la chiosa di Cassietti.