il caso
sabato 23 Novembre, 2024
di Davide Orsato
Azzoppato, con una ferita che gli ha procurato infezioni in serie, compromettendo la sua capacita di fare quello per cui era nato: il cane da caccia. È un pointer il protagonista di una vicenda giunta in tribunale a Trento e che vede come accusato un quarantenne di maltrattamento di animali. Avrebbe sparato utilizzando un’arma ad aria compressa in direzione del cortile dove il vicino di casa teneva i suoi cani, tra cui quello che è rimasto ferito. Una vicenda che, secondo quanto emerso in aula, troverebbe origine in una lunga storia di animosità tra vicini, peccato che ad averne fatto le spese sia una creatura che, di colpe, non ne ha proprio nessuna. La vicenda risale ai mesi a cavallo tra il 2019 e il 2020 ed è accaduta in una frazione di Baselga di Piné. E proprio nella primavera del 2020 il proprietario del cane, un settantenne, si è reso conto che l’animale presentava una piaga all’altezza della zampa posteriore. «Sulle prime — ha raccontato al giudice Massimo Rigon — ho pensato che fosse dovuta a una scheggia: da pochi mesi c’era stata la tempesta Vaia e durante le battute di caccia si proseguiva inevitabilmente tra alberi schiantati». Ma ben presto è emersa un’altra ipotesi, più inquietante. A riferirla, un vicino di casa che ha detto di «aver visto», un giorno, «una canna spuntare fuori dalla finestra» dove vive, per l’appunto il quarantenne.
Indagini al via
A quel punto il proprietario del cane ha sporto denuncia. Sono scattate le indagini dei carabinieri, che pur hanno trovato una certa resistenza. Era il periodo peggiore delle pandemia Covid: la gente rimaneva confinata in casa. Il quarantenne pinetano, meravigliato della visita dei carabinieri, non voleva aprire loro. Alla fine ha ceduto e ha consegnato le armi: pistole e fucili ad aria compressa a «libera vendita», che non richiedono il porto d’armi. Ma che possono fare male, a persone come ad animali. I carabinieri della stazione di Baselga hanno inoltre rinvenuto, su un asse di legno che delimita il cortile, una decina di fori compatibili con i proiettili delle armi ad aria compressa.
Una storia di dispetti
Ieri mattina, in tribunale, la parte offesa, assistita dall’avvocato Andrea de Bertolini, ha dato la sua versione dei fatti. Ha ricostruito la scoperta della ferita, calcolando che potrebbe risalire a settembre 2019. E ha dato conto di una serie di «dispetti di vicinato» che avrebbe subito dal vicino il quale, in più occasioni, avrebbe anche incoraggiato i figli a giocare a pallone vicino alla sua porta, per disturbarlo ulteriormente. «Mi riprendeva in continuazione con il telefonino — le parole in aula — mentre seguivo i miei cani». Cani che, comunque, «non lasciava mai liberi, perché di valore». Questa la versione del proprietario del cane ferito. La difesa dell’accusato, affidata all’avvocato Giuliano Valer ha parlato, infatto di «macchie sospette» sul suo davanzale, forse dovute all’urina dei cani. Insomma, non correva buon sangue. La sentenza è attesa nella primavera del 2025. Nella prossima udienza, parlerà la difesa, con una decina di testimoni. La pena per maltrattamento di animale può arrivare a un massimo di tre anni con una multa fino a 15 mila euro.