Politica
martedì 26 Novembre, 2024
di Johnny Gretter
Dopo un’estate segnata da un complicato rimpasto di giunta, dalle dimissioni della sindaca e dal commissariamento del Comune, Caldonazzo ha imboccato la via della stabilità. Domenica Stefano Riccamboni ha vinto il ballottaggio con il 65,1% delle preferenze, mentre l’avversario Carlo Stefenelli si è fermato al 34,9%. Ora, Riccamboni potrà contare su una con una solida maggioranza di 12 consiglieri, tutti appartenenti alla sua lista: Vivere Caldonazzo.
Il passaggio di consegne
Dopo la vittoria di domenica, ieri il sindaco Riccamboni si è insediato ufficialmente, ricevendo la fascia tricolore dal commissario Tiziano Mellarini, ex consigliere e assessore provinciale, che ha tenuto le redini del Comune a partire dalla fine di luglio. «Direi che il risultato è stato ottimo — ha dichiarato Riccamboni —. Ha pagato il fatto che noi siamo andati dritti, senza cercare alleanze strategiche. Siamo ragionevolmente certi che non siano state date indicazioni di voto da parte di Antoniolli, escluso dal ballottaggio. Comunque, il nostro programma era quello più vicino al suo, quindi è probabile che molti dei suoi voti del primo turno siano andati a noi». Anche se è ancora presto per sapere quali saranno i 5 membri della nuova giunta, Riccamboni ha già chiaro il primo nome.
«Fare la giunta non sarà difficile: la nostra lista ha persone molto competenti al suo interno — ha spiegato il sindaco —. Non ho dubbi che l’avvocata Lucia Bobbio, che ha preso ben 227 preferenze, sarà la vicesindaca: io spero che accetti. Nei prossimi giorni discuteremo, e sono sicuro che troveremo presto una quadra». Bobbio, per ora, non rivela se accetterà o meno. «Non abbiamo ancora parlato apertamente di nomine», ha dichiarato.
Tre sono invece le priorità del nuovo sindaco. «Come già detto molte volte, il nostro primo atto sarà ritirare il ricorso contro la provincializzazione dell’asilo di Caldonazzo — ha spiegato Riccamboni —. Poi, interverremo sulla sicurezza: ci sono alcuni lavori urgenti da fare, sui marciapiedi, gli attraversamenti pedonali e la videosorveglianza. Poi, valuteremo le risorse disponibili e capiremo come spendere i 2 milioni di avanzo del Comune».
La fine del commissariamento
Dopo quattro mesi alla guida di Caldonazzo, è stato tempo anche per Tiziano Mellarini di tracciare un bilancio. «Sicuramente è stata un’esperienza positiva — ha commentato —. Il mio impegno è stato quello di dare conseguenza a vari progetti già avviati. In quattro mesi ho adottato più di 74 decreti: un numero che testimonia il lavoro di collaborazione con la struttura, che ho trovato molto qualificata. Una sfida importante, a mio parere, resta quella di recuperare il valore turistico di Caldonazzo. Non parlo solo di destagionalizzare: serve un rilancio generale in unione a tutti i Comuni del lago».
Il commento di Stefenelli
All’indomani della sconfitta al ballottaggio, è arrivato il commento di Carlo Stfenelli, che ora siederà tra i banchi della minoranza con altri due membri delle sue liste, Caldonazzo nel cuore e Insieme cambiamo passo. «Ovviamente poteva andare meglio — ha commentato il cardiologo —. Evidentemente pur non essendoci stato un accordo, molti elettori di Antoniolli hanno votato per Riccamboni. Gli facciamo i nostri migliori auguri: sappiamo che Caldonazzo avrà un sindaco onesto, e noi faremo un’opposizione costruttiva. Porteremo avanti i punti della nastra campagna elettorale: ripensare la viabilità del centro, mettere in sicurezza i semafori sulla provinciale 1, interrare la ferrovia».
«Noi come capro espiatorio»
L’altra parte della minoranza sarà invece composta da Giampaolo Antoniolli e da altri due consiglieri di Uniti per Caldonazzo Brenta Lochere, che al primo turno aveva ottenuto il 26%. Nonostante questa percentuale, in vista del ballottaggio non è stato poi fatto alcun apparentamento. «La questione è che le altre due liste, nonostante l’intenzione dichiarata di voler riportare l’armonia nel paese, hanno basato la loro campagna elettorale sull’infangare i membri dell’ex amministrazione — ha spiegato Antoniolli —. TUtto questo senza analizzare la situazione degli uffici e il lungo periodo in zona rossa. Siamo diventati un capro espiatorio. Speriamo che ci sia un po’ più onestà da parte della futura amministrazione rispetto al periodo elettorale».