ucraina
martedì 26 Novembre, 2024
di Redazione
È una città che resiste la Leopoli che il sindaco Franco Ianeselli sta visitando in questi giorni. Una città che si sveglia nel cuore della notte con l’allarme antiaereo ed è costretta a scendere nei rifugi. Una città che ha il coprifuoco a mezzanotte e che protegge i propri monumenti con i sacchi di sabbia. Una città che ha aperto in tutta fretta un cimitero provvisorio per seppellire le centinaia di giovani morti nel conflitto scatenato dall’invasione russa iniziata il 24 febbraio del 2022.
“L’amicizia con Leopoli è nata per caso durante la candidatura di Trento a Capitale europea del volontariato – spiega il primo cittadino – Entrambe le città sono arrivate in finale e, quando Trento ha avuto il titolo, ci siamo impegnati a non perderci di vista. Così il sindaco Andrij Sadovyj è venuto da noi a febbraio all’inaugurazione con il presidente Mattarella, oggi io ricambio la visita, invitato a partecipare al forum Cities for cities. Si tratta di un appuntamento promosso per discutere con altre città dell’Unione europea delle forme di cooperazione che possono essere attivate con l’Ucraina, non solo nel periodo bellico ma soprattutto in prospettiva di una pace più che mai attesa”.
Il primo appuntamento ufficiale di questa mattina è stata la visita al cimitero provvisorio dove i sindaci Sadovyj e Ianeselli hanno portato dei fiori per onorare gli oltre 1000 tra cittadine e cittadini di Leopoli caduti in guerra dal febbraio del 2022. Il camposanto di Lychakiv è una distesa di ritratti di giovani sorridenti sommersi da fiori e lumini. Colpiscono le date di nascita incise sulle lapidi: inizio anni Duemila, fine anni Novanta per lo più, ma non mancano i cinquantenni o i sessantenni. “Ci hanno spiegato che ogni giorno si celebra il funerale di una vittima di guerra – racconta il sindaco Ianeselli – Anch’io oggi ho partecipato a una cerimonia funebre, è davvero straziante”. Non lo è da meno la visita a Unbrocken center, il più grande centro ortopedico e riabilitativo del Paese dove vengono curati i militari feriti di tutta l’Ucraina. Inizialmente l’ospedale si occupava solo di pazienti acuti, poi i medici hanno capito che non potevano contare su centri di riabilitazione esterni e, grazie alle donazioni di privati, di Stati e di città, hanno iniziato a costruire un centro d’eccellenza. Oggi qui si formano medici di alto livello che poi lavorano in tutta l’Ucraina, qui i medici stranieri vengono a insegnare tecniche avanzate di intervento chirurgico e riabilitativo. Ad oggi ha 300 posti e 400 dipendenti. E c’è pure un nuovo centro per le protesi che ha creato cinquecento arti artificiali per i feriti amputati dall’inizio del conflitto.
“Colpisce vedere che un sindaco a 1400 chilometri da Trento, la stessa distanza che ci separa da Palermo, ha il suo secondo ufficio dentro a un bunker. La visita di questi giorni ci impegna a non lasciare sola Leopoli, a stare vicini al suo sindaco e alla sua amministrazione comunale. Speriamo di poter festeggiare al più presto una pace giusta e di poter dare il nostro contributo alla rinascita della città. Certo è che niente potrà lenire la sofferenza di questi anni di guerra”.
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