l'intervista
giovedì 28 Novembre, 2024
di Ottilia Morandelli
Giorgio Vianini dal 1985 è il protagonista della Tonca. Il simbolo di tutti i mali della città, che viene immerso in una gabbia nelle rapide acque del fiume Adige. Dopo quasi 40 anni di intrattenimento e recitazione forse quella di oggi sarà l’ultima volta che verrà toncato.
Quando è stata la sua prima Tonca?
«Molti anni fa, sono stato il primo, nel 1985. Mi sono fermato solo una volta nel 2010»
Come le è venuto in mente di diventare il toncato?
«Tutto è successo per caso. Ho lavorato tanti anni per il centro culturale Santa Chiara come custode. Proprio lì sono venuto a conoscenza di questa iniziativa e mi sono proposto subito»
Sono molti anni che è in contatto con il teatro e il mondo degli spettacoli, è diventato un artista.
«Sono ormai abituato, non ci faccio nemmeno caso. Per me è una tradizione, ogni anno arriva quel giorno. Abito proprio vicino, faccio due passi e mi faccio immergere. Sono sempre a contatto con il teatro, è vero. Anche se sono in pensione continuo a collaborare facendo il volontario per il centro Santa Chiara, ma anche per le Feste Vigiliane, sono il responsabile di Piazza Cesare Battisti in questi giorni di festa»
Ormai è una abitudine la Tonca, ma non ha mai avuto un po’ di paura?
«Paura no mai. Pensi, io non so nemmeno nuotare. Eppure non mi sono mai spaventato. Vicino a me ci sono i vigili del fuoco, non può succedermi nulla, e se dovessi affondare mi tirerebbero fuori dall’acqua velocemente»
Non ha mai avuto voglia di smettere?
«Fino ad ora no. Negli anni ho avuto anche qualche problema di salute che mi ha costretto a fermarmi. Ora ho 76 anni, diciamo che le mie tonche le ho fatte. Ora dovranno trovare un sostituito, penso che mi ritirerò. Lascio il mio posto nella gabbia»
Questa è una notizia, quella di oggi sarà la sua ultima Tonca?
«Penso di sì, mia moglie vorrebbe che smettessi. Nell’ultimo anno ho avuto altri problemi di salute, lei è preoccupata per me, ma io le dico sempre che non può succedermi nulla, mal che vada mi bagno fino alla pancia, nulla di grave»
Le dispiacerà smettere?
«Sì, ma penso che sia arrivato il momento di lasciare lo spazio libero. Bisogna vedere chi mi sostituirà, non ci sono tante persone intenzionate a fare la Tonca. Quando qualche anno fa mi sono assentato mi ricordo che aveva provato un altro signore, che non ha continuato. L’acqua dell’Adige, la sua corrente, per chi non è preparato a guardarla fa venire la nausea. Per me è come camminare»
Grazie alle feste Vigiliane lei è diventato un personaggio per la città.
«Qui a Trento mi conoscono tutti come Giorgio della Tonca. Una volta l’ex presidente della Atesina, per il quale ero stato toncato, mi ha ringraziato e si è scusato, non voleva che finissi nel fiume per lui»
E come è finita?
«Mi ha offerto un caffè, è stato bello quella volta e divertente»
Quest’anno sono tanti i motivi per cui verrà toncato, dal bypass, all’ospedale ma anche per il sindaco Ianeselli e Fugatti.
«Non so quante tonche farò, saranno tante. Ogni bagno nell’Adige è per chi si comporta male. Mi rimangono i ricordi di tanti anni di divertimento»