Tasse e fisco

giovedì 28 Novembre, 2024

Il Senato approva il decreto fiscale: ecco tutte le novità del testo

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Dal bonus Natale alla modifica del 2x1000, ecco cosa contiene il provvedimento

Via libera del Senato al decreto fiscale. L’Aula ha confermato la fiducia al governo con 100 sì, 46 no e un astenuto. Il provvedimento, collegato alla manovra, nel quale è stato innestato anche il decreto con la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale e l’ampliamento della platea del bonus Natale, passa ora alla Camera, dove è atteso in Aula martedì 3 dicembre. Il governo ha preannunciato la fiducia anche in questo caso.

Il decreto
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uscito dal Cdm per anticipare alcune coperture della manovra, con il rifinanziamento per le infrastrutture, l’ape sociale, 100 milioni per gli straordinari per le forze dell’ordine, il decreto Fiscale vede il traguardo dopo un cammino accidentato e approda in Aula a Palazzo Madama, blindato con la fiducia, dopo che la maggioranza si è avvitata su se stessa sul canone Rai.

Alla fine non passa la conferma del taglio da 90 a 70 euro, ma sono tante le modifiche arrivate in Senato, a partire dall’innesto del decreto legge che riapre i termini del concordato ed estende la platea del bonus Natale da 100 euro ai genitori single. Entra nel testo, con l’ok agli emendamenti di Pd e Avs, 3 milioni in più per la dote da dividere tra i partiti per il 2Xmille, mentre dopo i dubbi del Quirinale sull’assenza dei requisiti di necessità ed urgenza richiesti per intervenire via decreto, esce di scena la riforma complessiva del finanziamento ai partiti, circolata ieri con una riformulazione del governo sui testi dell’opposizione.

Con gli emendamenti dei relatori, arrivano anche 343 milioni di euro «per rafforzare la dotazione patrimoniale» della neocostituita Autostrade dello Stato, società interamente controllata dal Mef. E 3,7 milioni per il 2024, per gli indennizzi alle imprese per i danni del granchio blu.

Fisco e partite Iva
La novità più rilevante è la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, approvata dal Consiglio dei ministri il 12 novembre via decreto legge, poi confluito nel decreto Fiscale per velocizzarne l’approvazione. Il concordato bis guarda agli indecisi, che non hanno aderito alla prima tranche: si applicano le stesse condizioni e la finestra si chiuderà il 12 dicembre.

Nello stesso decreto si è anche ampliata la platea del Bonus Natale da 100 euro, insieme alle tredicesime dei lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, anche single. In commissione, è stato aggiunto anche il nuovo rinvio, proposto dalla Lega, dell’acconto delle tasse per le partite iva, che potrà essere pagato anche in 5 rate tra gennaio e maggio 2025.

Sanità
Via libera all’emendamento di Fratelli d’Italia, sottoscritto anche dal Pd, sul payback farmaceutico, il cui obiettivo è un riequilibrio tra le Regioni. L’emendamento ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l’Aifa tenga conto non più del solo criterio pro-capite, ossia del numero di abitati, ma anche dei «rispettivi superamenti dei tetti di spesa», redistribuendo gli importi delle regioni.

Secondo la Lega, il provvedimento svantaggerebbe la Lombardia. Sempre in materia di sanità, è stato invece bocciato, con l’astensione delle Lega, un emendamento di Forza Italia sulla Calabria, sui cui il governo si era rimesso al voto della commissione. Approvato anche un emendamento di Iv che abolisce le sanzioni pecuniarie per gli enti locali in caso di mancato invio della certificazione Covid per il 2022.

2×1000
Approvato anche l’emendamento presentato da Pd e Avs che aumenta di 3 milioni per il 2024 le risorse da distribuire ai partiti sulla base delle scelte dei contribuenti sul 2Xmille dell’Irpef. La dote sale così da 25 milioni a 28 milioni. Dopo i dubbi del Quirinale, non è stata messa ai voti la riformulazione del governo circolata ieri, che invece prevedeva una riforma complessiva del finanziamento ai partiti.