il processo
lunedì 2 Dicembre, 2024
di Benedetta Centin
Si dovrebbe chiudere a gennaio la causa di lavoro che Saverio Tateo, ex direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Santa Chiara, ha intentato all’Azienda sanitaria dopo essere stato messo alla porta (a nove mesi dalla scomparsa della ginecologa forlivese Sara Pedri). «Licenziamento illegittimo», questo, per il giudice del lavoro. In attesa di arrivare a trovare la quadra sull’importo dell’indennità risarcitoria, con il chiaro intento di congelare gli interessi di mora, di non spendere quindi ulteriori soldi pubblici, l’Apss ha nel frattempo offerto e liquidato poco più di 125mila euro a Tateo. Per l’esattezza 125.261 euro. Il corrispettivo dei due anni di stipendi dovuti, al netto di indennità, interessi e aliquota Irpef, decurtati gli stipendi e compensi percepiti nello stesso periodo dal medico. Somma base, questa, su cui non c’era stato disaccordo. Il bonifico a favore dell’ex primario è stato emesso a settembre, eppure la notizia è trapelata solo ieri.
Ma questo non vuol dire che la partita economica sia definita. Spetterà al giudice Giorgio Flaim chiuderla tra qualche settimana. Il nodo è il risarcimento per mancato guadagno (due anni di stipendi circa da cui detrarre quanto incassato in quel periodo per altri lavori). Indennità risarcitoria, questa, che l’Apss è stata condannata a pagare dal tribunale. I tentativi di trovare un accordo sull’importo da versare a Tateo nei mesi scorsi erano naufragato, con il professionista che, assistito dall’avvocato Vincenzo Ferrante, sollecitava poco meno di 300mila euro lordi di stipendi. Dall’altra gli importi conteggiati dall’Apss rappresentata dall’Avvocatura di Stato, dal legale Gabriele Finelli, erano dimezzati, di oltre 156mila euro lordi, che scendono a poco più di 120mila se netti. Poco più alta la cifra bonificata per le 24 mensilità di retribuzioni, dalla data del licenziamento, il 19 ottobre 2021, al 18 ottobre 2023, calcolate con lo stesso criterio con il quale si calcola il Tfr, o meglio il Tfs nel caso dei dipendenti pubblici. Al netto di varie voci (come ad esempio indennità e compensi per prestazioni aggiuntive, per notturni… ). Retribuzione, questa, corretta anche secondo dl’Inps a cui l’Azienda sanitaria aveva chiesto di calcolare quanto spettante all’ex primario. La cifra da cui si è partiti era di 227mila euro lordi e sono stati decurtati, tra gli altri, i 95mila euro gli stipendi e compensi percepiti in quei 24 mesi da Tateo (che ora lavora in Francia).
Ad oggi il rapporto di lavoro è risolto, chiuso, come riportato in un’ordinanza del giudice Flaim, visto che l’ex primario non si era ripresentato al Santa Chiara dopo che l’azienda sanitaria, con una lettera formale del 4 dicembre 2023, lo aveva invitato «a prendere servizio» in reparto, quale direttore appunto «entro 30 giorni dalla presente». Lui però «non aveva accolto l’invito».
Anche su questo il medico ha intentato causa davanti al giudice del lavoro (l’udienza a breve). Tateo, ricevuta la missiva dell’ex datore di lavoro, aveva chiesto per iscritto di «conoscere le garanzie che l’Apss intendesse assicurare a tutela dell’effettiva e corretta ottemperanza alla pronuncia» (quella del giudice che aveva disposto il suo reintegro). Quindi, in un’altra lettera, lo stesso Tateo aveva chiesto «garanzie» su l’adempimento del provvedimento «perdurante nel tempo e tutelato nei confronti di qualunque turbativa che altri mettesse eventualmente in atto». Ma per il tribunale «la mancata ripresa del servizio da parte del ricorrente ha determinato la risoluzione del rapporto d lavoro».
La decisione
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