vaccini
martedì 3 Dicembre, 2024
di Davide Orsato
I dati non sono tali da destare allarme ma c’è una certezza: sul fronte vaccini il Trentino potrebbe fare meglio. Molto meglio. Il ragionamento vale su due diversi fronti: quello delle vaccinazioni «obbligatorie» dell’infanzia e quello dell’antinfluenzale, che non ha nessun obbligo ma che è fortemente raccomandata dai 64 -65 anni in su (quest’anno, con le nuove direttive, già dopo il compimento del sessantesimo anno d’età). L’Ispat, l’istituto provinciale di statistica, ha fatto il punto sulla situazione al 2023. Ecco cosa emerge.
Bambini: attenzione a morbillo e pertosse
Per quanto riguarda le vaccinazioni dei bambini entro i 24 anni, i dati provinciali. Sia la copertura del vaccino esavalente (che comprende antipolio, epatite b, difterite, tetano, pertosse l’influenza da virus Hib) supera il 95%, la soglia raccomandata dall’Oms. Per la precisione viene raggiunto il 96%. Non è scontato: solo 13 regioni italiane hanno raggiunto lo stesso target. Non ovunque, però, va bene allo stesso modo. Gli ambiti territoriali dove la copertura è minore sono le valli di Fiemme e Fassa. Nella prima, la copertura dell’esavalente è del 90,7%, nella seconda il 90,4%. Non è un dato ottimale perché tra le malattie coperte dall’esavalente c’è la pertosse, molto contagiosa e che richiederebbe una copertura di almeno il 92% per assicurare l’immunità di gregge. In tutte le altre comunità del Trentino tale soglia viene raggiunta.
Ma c’è anche il morbillo. È un vaccino che si fa a parte, come quello contro la parotite e contro la rosolia. Ovunque le percentuali sono maggiori rispetto all’esavalente, perché si tratta di malattie che vengono percepite come più rischiose. Il morbillo, in particolare, è molto contagioso, con un R0 (indice reso popolare dal Covid, quand’era superiore al 2 significava un aumento dell’epidemia) che può arrivare fino a 18. Secondo la fondazione Umberto Veronesi, ci vorrebbe una copertura del 95% per essere sicuri dell’immunità di gregge, cioè per coprire anche i non vaccinati. Ci si arriva a livello provinciale (96,1), ma ancora una volta, in val di Fiemme (92,1%) e nel «Comun General de Fascia» (92,8%) si è ancora una volta sotto: la situazione non è da sottovalutare, perché proprio a novembre e proprio in val di Fassa, è stato registrato un caso di morbillo. Anche le Giudicarie e l’Alto Garda — Ledro non raggiungono pienamente la soglia e si fermano al 94,9%.
Antinfluenzale in calo
Lo si sapeva già dai riscontri dell’Apss, ma ora si ha la certezza dei dati. Nel 2023 c’è stato un calo della copertura antinfluenzale rispetto all’anno precedente. A livello provinciale si è vaccinato il 55,6% delle persone con più di 64 anni, contro il 56,2% del 2022. Un calo che prosegue dall’anno del Covid, in cui l’influenza sembrava scomparsa. Il massimo, infatti, in Trentino, si era raggiunto nel 2020 (entro gennaio, quindi prima dell’esplosione della pandemia), con una copertura del 66,8%.
Anche in questo caso, però, c’è una differenza notevole a livello territoriale. Con assetti diversi, però, rispetto alle vaccinazioni infantili. Il dato più basso, infatti, viene dal Primiero, che pur è sopra la media per quanto riguarda le vaccinazioni tra i bambini: appena il 35,3 degli over 64 si è vaccinato contro l’influenza. Curiosamente, in val di Fassa la tendenza si inverte: con il 63,2 per cento, la popolazione ladina anziana è la più vaccinata contro l’influenza di tutto il Trentino.