i dati
giovedì 5 Dicembre, 2024
di Redazione
Nel corso del 2024 l’86% delle pazienti sottoposte a intervento robotico avevano una diagnosi oncologica uterina e in questi casi la chirurgia robotica è considerata l’opzione migliore dalle linee guida internazionali. Nel restante 14% delle pazienti, in cui la diagnosi era di patologia benigna complessa e/o con importanti comorbidità, la chirurgia robotica ha consentito interventi mininvasivi con una dimissione precoce e senza complicazioni.
I vantaggi offerti da questo tipo di interventi sono quelli riconosciuti alla chirurgia robotica: precisione nell’esecuzione del trattamento chirurgico, soprattutto nel mantenere l’innervazione corretta, riducendo al minimo il rischio di lesioni durante l’intervento. Il sistema robotico permette al chirurgo una visione stereoscopica grazie all’utilizzo di un video-endoscopio a due canali ottici e doppia telecamera ad alta risoluzione. Questo consente al chirurgo di avere una visione ingrandita in tempo reale del campo operatorio, con una qualità di immagine notevolmente aumentata e migliore rispetto alla chirurgia tradizionale, mentre il robot adatta il movimento degli strumenti e filtra il tremore fisiologico delle mani del chirurgo, rendendo preciso e fluido il movimento della strumentazione sull’area dell’intervento. L’attività è sempre eseguita da un chirurgo esperto e abilitato per l’attività robotica alla console.
«La chirurgia robotica in ambito ginecologico ha permesso di fare un notevole passo avanti rispetto alla chirurgia laparoscopica – ha spiegato Arrigo Nozza, responsabile della struttura semplice dipartimentale di chirurgia ginecologica, U.o. di ginecologia e ostetricia di Trento – perché consente di operare con maggiore sicurezza e con estrema precisione anche patologie oncologiche in sedi anatomiche difficili da raggiungere. A questo si aggiungono tutti i vantaggi di effettuare interventi mini invasivi».
L’attività robotica rappresenta solo una parte, seppur importante, dell’attività chirurgica ginecologica effettuata all’ospedale Santa Chiara. Il numero degli interventi eseguiti è in costante crescita negli ultimi anni: l’U.o. di ginecologia assicura circa 50 interventi al mese e, come centro hub per la ginecologia oncologica, affronta settimanalmente dai 2 ai 4 casi oncologici. Il numero di pazienti oncologiche prese in carico è in aumento: nel 2024 (fino alla prima settimana di novembre) le pazienti con un tumore endometriale operate sono state 83 (nel 2023 erano state in totale 63). Lo stesso incremento si è osservato anche per le altre patologie gineco-oncologiche (tumore ovaio, vulva, portio). Le pazienti con diagnosi ginecologica oncologica vengono prese in carico dal gruppo oncologico multidisciplinare che si avvale della professionalità e competenze in ambito ginecologico oncologico di diversi medici facenti parte di unità operative come oncologia, radioterapia, medicina nucleare, radiologia, anatomia patologica. L’incremento descritto mette il Santa Chiara, per volume di tumori endometriali trattati, al pari di centri ospedalieri come il San Matteo di Pavia, il Papa Giovanni XXIII° di Bergamo e il Niguarda di Milano (ndr. Dati Agenas). Nel complesso gli interventi ginecologici (oncologici e non) agli inizi di novembre 2024 sono 610 (nel 2023 sono stati 604 e 550 nel 2022).
In generale, l’attività chirurgica ginecologica per patologia benigna risulta in aumento su tutta la rete ospedaliera provinciale. La recente modalità organizzativa messa in campo all’interno del Dipartimento transmurale ostetrico-ginecologico diretto da Fabrizio Taddei consente, grazie alla collaborazione tra i professionisti delle varie unità operative degli ospedali di valle e dei centri maggiori, di operare le donne nell’ospedale più vicino al proprio domicilio. Tutto ciò a vantaggio della riduzione delle liste di attesa per la patologia benigna negli ospedali di Trento e Rovereto e dell’opportunità, per i professionisti degli ospedali di valle, di aumentare l’expertise in ambito chirurgico.
«La chirurgia robotica – ha commentato l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Mario Tonina – offre grandi opportunità nel campo della ginecologia e rappresenta un’occasione di sviluppo per il nostro sistema sanitario. Investire in tecnologie avanzate come quella robotica significa garantire cure di eccellenza, ridurre i tempi di degenza e migliorare la qualità della vita delle pazienti. Dobbiamo continuare a investire nell’innovazione tecnologica e nella formazione dei nostri professionisti perché possano utilizzare al meglio questi strumenti e operare ai massimi livelli. La sanità pubblica deve poter garantire ai cittadini cure sempre più moderne ed efficaci. Auspichiamo che l’investimento nell’innovazione tecnologica possa essere attrattivo per i professionisti della sanità».