Il caso
martedì 10 Dicembre, 2024
di Donatello Baldo
Tra la presidente della circoscrizione di Meano Giulia Bortolotti (Onda) e l’amministrazione comunale di Trento è un botta e risposta. Lo scontro è sulle cave che saranno «riempite» dal materiale di scavo del bypass. Ma di chie materiale si tratta? Perché questo è il tema.
Classificazione dei materiali
Dallo scavo del bypass escono quantità enormi di terre che possono essere classificate in tre modi. Lo spiega la stessa presidente: «Le terre pulite, chiamate “di colonna A”; le terre con valori di inquinanti che non permettono uso agricolo o abitativo, di colonna B; e le terre inquinate, da conferire in apposita discarica». La volontà della Provincia e del Comune è stata quella, a loro dire, «di sfruttare le terre di colonna A per il ripristino di cave esaurite», come quelle di Meano.
Le rassicurazioni «tradite»
«In vari incontri pubblici e Consigli circoscrizionali il sindaco e l’assessore Facchin hanno rassicurato la Circoscrizione, sostenendo che le preoccupazioni sarebbero infondate», e Giulia Bortolotti si riferisce ai timori che materiali inquinati possano arrivare sul suo territorio. A metà dello scorso settembre il comune ribadiva «che non esistono i presupposti affinché possa essere conferito materiale non rientrante in colonna A sul territorio di interesse di codesta circoscrizione». Ma è così? Non per Bortolotti: «Mentre il Comune rassicura, opera perché nelle cave avvenga tutt’altro. Già oggi infatti — osserva la presidente — esistono i presupposti di legge per poter portare nelle cave ben altro». E spiega: «Il 5 agosto 2024 la Provincia ha modificato la legge sulle cave permettendo che “i materiali di scavo che non si configurano come rifiuto, provenienti da opere pubblico o di interesse pubblico, possano essere depositati temporaneamente nelle aree del piano cave». Si tratterebbe dei materiali della colonna B: «Questo fatto doveva essere noto ai vertici comunali, che hanno scritto e asserito tutt’altro nelle varie occasioni pubbliche». Ma non basta, Bortolotti espone altri indizi che dimostrerebbe la consapevolezza della giunta Ianeselli circa il destino dei materiali di scavo del bypass: «In questi giorni è in discussione la variante strategica al Prg dove si prevede di valutare l’utilizzo delle cave esaurite per scopi produttivi. In altri termini — spiega — le cave dismesse, con l’approvazione di questa variante, vengono assimilate a tutti gli effetti con zone di tipo industriale, adatte a ospitare in via definitiva terre di colonna B».
Il Comune smentisce
«Non c’è alcuna possibilità di stoccaggio di terre inquinate nelle cave della città. Il terreno utilizzabile per i progetti di ripristino ambientale che da tempo attendono di essere avviati o conclusi è sempre e solo quello rientrante nelle caratteristiche della “colonna A”, dicitura tecnica che sta a indicare il terreno pulito, di miglior qualità, idoneo per esempio per aree residenziali, parchi e bonifiche agrarie». Così dice Palazzo Geremia, che di fatto bolla il comunicato dell’esponente di Onda come infondato: «La lettura delle norme urbanistiche che è stata fatta dal comunicato stampa diffuso oggi da Onda civica è dunque del tutto fuorviante a causa di deduzioni e inferenze completamente slegate dalla realtà dei fatti oltre che dalle prescrizioni del piano regolatore. La variante tecnica appena adottata dal commissario — afferma la nota — stabilisce che la destinazione delle cave dismesse sia a bosco. Come dice lo stesso nome, quella di cui stiamo parlando è una variante che aveva uno scopo “tecnico”, ovvero il ridisegno del Prg sul Catasto reale e il recepimento della legenda standard provinciale».
L’amministrazione Ianeselli spiega infine che «gli obiettivi della variante non stabiliscono “che si possano utilizzare per usi produttivi aree immerse nel bosco”, ma semmai consentono la prosecuzione di attività produttive già esistenti nelle cave in questione. Non c’è dunque alcun rischio di “permettere il conferimento di materiali non puliti in aree incontaminate”. E il fatto che i terreni provengano da cantieri di opere pubbliche non autorizza alcuna eccezione».
il sermone
di Redazione
Il videomessaggio per le festività: «È difficile anche solo immaginare di poter “sperare” sotto il cielo di Gaza o di Kiev, di Aleppo o di Damasco, della Corea e del Sudan»