Riva del Garda

martedì 10 Dicembre, 2024

Il primo piano residenziale, il crac Lacos, Signoretti e Santi: tutta la storia dell’area ex Cattoi

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Nel 2007 il via libera a costruire nell’area, poi la battaglia legale. Con la sindaca leghista trenta appartamenti

Dal piano urbanistico del 2007 a oggi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’area ex Cattoi, finita al centro dell’inchiesta sulla commistione tra economia e politica.

Cos’è l’area ex Cattoi?
«L’area prende il nome dall’ex falegnameria Cattoi. Si tratta di un’area di diciannovemila metri quadrati, poco meno di due ettari stretti tra viale Rovereto (la porta d’accesso al centro di Riva del Garda) e le spiagge trentine del Benaco. È l’ultimo fazzoletto vergine della fascia lago rivana».

Quando arrivò il semaforo verde a nuove costruzioni sull’area?
«Nel 2007, sotto la giunta guidata da Claudio Molinari (ex Margherita), fu varato il piano per la fascia lago. Quel documento di programmazione urbanistica, con scadenza decennale, prevedeva per l’area ex Cattoi una quota edificabile di circa 18mila metri cubi residenziali, una quota di servizi e attività commerciali affacciate su viale Rovereto. L’area era di proprietà della società Lacos (famiglia Lazzara). Dopo il 2010, nella prima consiliatura del sindaco del Pd Adalberto Mosaner (ex assessore all’urbanistica della giunta Molinari), fu approvata la lotizzazione per l’area Cattoi, che prevedeva la realizzazione di 62 appartamenti».

Perché il primo progetto edilizio non decollò?
«La crisi finanziaria travolse il settore immobiliare in tutto il mondo. La Lacos ne rimase coinvolta e nel 2014 manifestò l’intenzione di cedere il terreno per salvare i conti della società. Almeno 15 milioni di euro, questo il prezzo. Non si fece vivo alcun acquirente. Nel 2015 la Lacos dichiarò il fallimento. Nello stesso anno, in consiglio provinciale, fu approvata la cosiddetta legge «Gilmozzi», che tra le altre cose limita il consumo di suolo. In quegli stessi anni maturò anche una diversa sensibilità rispetto al mattone, soprattutto in un’area a ridosso del lago».

Cosa avvenne dopo il fallimento della Lacos?
«Nell’aprile 2016 l’area ex Cattoi finì all’asta con una quotazione dimezzata: 8 milioni e 812mila euro. La prima asta andò deserta, la seconda (a 6 milioni) pure. La terza (a 5 milioni) fu indetta a gennaio 2017, a un passo dalla scadenza del piano attuativo, fissata a fine marzo. In zona Cesarini, il 10 gennaio, arrivò l’offerta da 4,9 milioni della cordata Hager-Signoretti, che si aggiudicò l’area con l’intenzione di costruirvi delle palazzine residenziali. Fu una sorpresa per molti, soprattutto per l’allora sindaco Mosaner».

Perché Mosaner ricevette delle critiche?
«L’ex sindaco fu accusato perché la sua amministrazione decise di non acquistare il terreno all’asta. Una critica che Mosaner ha sempre respinto sostenendo l’impraticabilità dell’acquisizione pubblica».
Perché Hager e Signoretti non riuscirono a realizzare le palazzine?
«L’ex sindaco Adalberto Mosaner, contrariamente a quanto aveva deciso in passato, si oppose al progetto per preservare l’ultimo pezzo di lungolago libero dal cemento. I proprietari lo hanno portato in Tribunale, ma lui ne è uscito vincitore sia in primo grado che in appello».

Cosa cambia con l’attuale sindaca della Lega Cristina Santi?
«In campagna elettorale la sua coalizione aveva posto tra le priorità il rilancio dell’area ex Cattoi. Santi avvia quindi i contatti con la cordata Signoretti-Hager e nell’aprile 2023 si arriva a un accordo».

Cosa prevede l’accordo?
«La realizzazione di due palazzine con 16 appartamenti. In cambio la società proprietaria cede al Comune un’area da 15mila metri quadrati e si impegna a realizzarvi un parco pubblico. Lo scorso novembre è arrivato il via libera alla prima adozione del commissario ad acta Nicolò Pedrazzolli».

Cosa contesta la Procura?
«Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, in vista delle elezioni comunali del 2020, Signoretti e Hager avrebbero finanziato la campagna dell’attuale assessore Malfer, pagando lo studio Vitamina per video e grafiche promozionali e la società Ipsos per un sondaggio sulle intenzioni di voto, e poi avrebbero favorito l’apparentamento con l’attuale sindaca Santi (Lega) al ballottaggio e sostenendola contro Mosaner».

Poi cosa è successo?
«Santi è diventata sindaca e Malfer assessore all’urbanistica. A dicembre 2020 Signoretti incontra Santi per parlare dell’area ex Cattoi e in quell’occasione lei gli chiede di sponsorizzare la Cestistica Rivana e di poter utilizzare l’area come parcheggio fino alla definizione della nuova variante. Richieste che sono state esaudite da Signoretti e per questo motivo la Procura contesta a entrambi anche il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità».

E l’area ex Cattoi?
«Gli investigatori hanno ricostruito incontri tra l’assessore Malfer, il dirigente Zolin, Signoretti e l’architetto Cucinella (incaricato di redigere il progetto per l’area), in cui quest’ultimo avrebbe suggerito di fornire alcune tavole del disegno dei privati al Comune, in modo da far combaciare le linee guida pubbliche con il disegno degli imprenditori. Poi l’accordo sull’area è stato trovato, permettendo a Signoretti e Hager di realizzare due palazzine. L’accordo è stato inserito nella variante 13-bis al Prg, che è in attesa di approvazione da parte della giunta provinciale. Approvazione che però, alla luce di quanto emerso, sembra poco probabile».