Economia

martedì 10 Dicembre, 2024

Caro mattone: a Trento servono 10 anni di stipendio per comprare casa

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Prezzo medio a 3.350 euro al metro quadro, + 9% solo nell’ultimo anno. Per gli stipendi di lavoratori e lavoratrici dipendenti invece, +7% in cinque anni

Per comprare una casa a Trento servono quasi 10 anni di stipendio, per la precisione 112 mensilità del salario medio di un lavoratore dipendente. Siamo nettamente sopra la media nazionale, pari a circa 69 mensilità cioè poco meno di 6 anni. Ma siamo anche al sesto posto tra i capoluoghi di provincia nella poco invidiabile classifica dei maggiori aumenti: nel 2019, cinque anni fa, l’acquisto di un’abitazione da noi richiedeva 104 mensilità, cioè più di otto anni di stipendio, da allora sono necessari 8 mesi di salario in più. Peggio di noi, dal punto di vista dei rincari, fanno solo Venezia, dove l’aumento rispetto a cinque anni prima è di 19 mensilità raggiungendo quota 159 mesi di stipendio, Milano con 11 mensilità in più per un totale di 130, Roma con 10 mensilità in più che portano il totale a 165, il valore più alto in Italia, Firenze con quasi 10 mesi di stipendio in più (150 complessivi), Como con 9 mesi in più (totale 93). Per comprare casa a Bolzano servono meno di 100 mensilità, 98, due in più del 2019, non perché le abitazioni non costino, ma perché gli stipendi medi degli altoatesini sono più alti. Il dato trentino significa, in sostanza, che se pure i salari medi dei lavoratori dipendenti negli ultimi cinque anni sono aumentati, secondo l’Inps, di oltre il 7%, i prezzi delle case hanno visto un incremento di almeno il 15%.

Prezzi in corsa più dei salari
I dati sono quelli dell’indice elaborato da Il Sole 24 Ore che verrà incluso nella prossima indagine sulla qualità della vita nelle province. Le variabili considerate sono da un lato i prezzi medi di vendita delle case nei capoluoghi, tratti da Scenari Immobiliari, riferiti ad un bilocale di 60 metri quadri in zona semicentrale, dall’altro le retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti del settore privato. Secondo la banca dati Inps, il salario medio 2023 degli oltre 186mila lavoratori e lavoratrici del settore privato trentino, precari e stagionali compresi, è pari a 22.435 euro lordi annui, più alto del 7,5% rispetto ai 20.866 euro annui del 2019. Un incremento insufficiente per far fronte all’inflazione, ma anche per tenere il passo dei prezzi degli immobili. Nell’ottobre 2024 il prezzo medio di vendita del bilocale da 60 metri quadri a Trento è pari a 3.350 euro al metro quadro, oltre 200mila euro complessivi. Le quotazioni, nonostante la frenata negli anni del Covid, sono in netto aumento: il balzo è del 9% solo nell’ultimo anno.

Mutui insostenibili
A livello nazionale, invece, il numero di mensilità necessarie per acquistare casa è rimasto pressoché invariato negli ultimi cinque anni. Trento è nella top ten sia delle località più care che di quelle più rincarate. Naturalmente nella realtà non si utilizza l’intero stipendio per comprare casa. Ma se si ipotizza che l’acquirente faccia un mutuo e che valga il rapporto rata-reddito pari a massimo un terzo dello stipendio, come chiesto oggi dalla maggior parte delle banche per garantire la sostenibilità del finanziamento, i tempi di pagamento si moltiplicano per tre: il mutuo deve essere almeno trentennale per garantire una rata sostenibile, sempre che, come accaduto negli ultimi due anni, i tassi di interesse non salgano a livelli tali da rendere difficile anche il prestito a trent’anni.

Emergenza ceto medio
L’accesso all’abitazione da parte delle giovani generazioni, che spesso hanno salari inadeguati, e in generale del lavoro dipendente sta diventando un’emergenza. La difficoltà riguarda soprattutto il ceto medio, con redditi non abbastanza elevati da sostenere un affitto o un acquisto di mercato, ma neanche tanto bassi da rientrare nei parametri per la casa Itea. La strada è quella del social housing, per il quale si sta attivando il nuovo fondo provinciale Ri-Urb da 150 milioni. Le aree dove realizzare gli appartamenti sono in via di definizione – l’altro giorno l’assessore provinciale Simone Marchiori ha confermato che a Pergine si sta pensando all’ex Cederna (Il T del 1° dicembre) anche se ha precisato che il fondo è il fase di definizione e si deve ancora fare il bando per la società di gestione – ma ci vorrà un po’ prima che le nuove abitazioni siano realizzate.