Grandi carnivori

mercoledì 11 Dicembre, 2024

Val di Non, i promotori della consultazione sugli orsi: «La popolazione non si sente ascoltata»

di

La replica di Piacenza (Oipa): «Questo strumento non ha alcun valore legale, ciò che doveva fare la politica erano azioni di prevenzione»

«Gli abitanti della Val di Non sono per la quasi totalità contrari alla presenza di orsi e lupi sul nostro territorio, però si è notata una certa resistenza di una parte della popolazione ad approcciarsi al voto, a esprimere con il voto il proprio pensiero. Questo perché molti non credono che la consultazione popolare, riguardo a una tematica così sensibile, possa modificare lo stato attuale delle cose. Non hanno fiducia che le istituzioni possano risolvere questa problematica che coinvolge e sconvolge la vita delle persone e ne modifica le abitudini in modo dirompente». È questa l’analisi fatta dai promotori della consultazione popolare rispetto all’esito del voto sulla convivenza in Val di Non con i grandi carnivori. Dopo due settimane di urne aperte nei 23 Comuni, infatti, solo il 45,7% ha votato (il T di ieri). Di questi, il 98,5% ha dichiarato pericolosa la convivenza tra uomini e grandi carnivori.
Ma l’analisi non si ferma ai numeri. Per i promotori, che lo scorso settembre avevano consegnato alla Comunità di valle le 9.060 firme raccolte sul territorio a sostegno della consultazione, tale situazione chiama in causa «la politica tutta che in una situazione come questa dovrebbe essere unita per mettere in campo strategie concrete e attuabili nell’immediato, soprattutto per dare risposte certe a una popolazione che ormai da troppo tempo si sente non ascoltata nella sua più che legittima richiesta: lo possibilità di poter muoversi liberamente sul proprio territorio in sicurezza».
I «volontari», così si definiscono loro (una quindicina di persone che, dopo la consegna delle firme, si sono mobilitate per far conoscere alla popolazione le modalità di voto e spiegare il quesito referendario anche attraverso azioni di volantinaggio), tengono comunque a sottolineare come il risultato sia più che chiaro: 21.669 residenti nelle Valli del Noce (14.153 in Val di Non e 7.731 in Val di Sole) si sono recati alle urne per esprimere al 98,5% (il dato è stato lo stesso in entrambi i territori) la propria preoccupazione.
Un’analisi simile rispetto all’affluenza, ma differente per quanto riguarda l’esito, la fa invece Alessandro Piacenza, responsabile nazionale per i grandi carnivori dell’Organizzazione internazionale per la protezione degli animali (Oipa). «Così come nulla è cambiato dopo la consultazione popolare svoltasi in Val di Sole, nulla cambierà dopo il voto noneso – afferma –. Questo perché un eventuale percorso per poter cambiare lo status di protezione dell’orso e declassarlo come sta avvenendo con il lupo deve necessariamente passare dalle istituzioni dell’Unione europea. Mi dispiace per chi è andato a votare perché il messaggio, pur chiaro, rimarrà ininfluente. Piuttosto la consultazione andava promossa a livello provinciale o regionale». Piacenza riconosce comunque il valore del messaggio inviato dai cittadini che si sono recati alle urne: «Parliamo di una comunità molto importante, a contatto con gli orsi e quindi portatrice di un parere autorevole in merito».
Per quanto riguarda invece il risultato, con il 98,5% di nonesi che hanno votato «sì» al quesito («Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come la Val di Non, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?»), Piacenza afferma: «Purtroppo la politica dell’epoca ha reintrodotto l’orso in questi territori senza fare nulla per integrare questa specie con le attività umane. Sono mancate completamente le procedure preventive nei confronti dei residenti che ora quindi esprimono il loro malessere e si trovano in difficoltà proprio perché è mancata una giusta informazione da parte non tanto delle amministrazioni locali, ma dei livelli più alti».