La spedizione
mercoledì 11 Dicembre, 2024
di Adele Oriana Orlando
Un altro grande traguardo è stato raggiunto dagli alpinisti dei gruppi Sat di Arco e Vigolo Vattaro, in collaborazione con il gruppo Grotte Brenta ed è quello della nuova verticale nell’abisso del Laresot, il cui ingresso si apre a 2360 metri in Val Noghera nelle Dolomiti. Si tratta della scoperta poi ribattezzata «Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro» che è stata presentata nella giornata internazionale della montagna che è stata celebrata ieri, mercoledì 11 dicembre. «La giornata Internazionale della montagna è un’occasione in cui onoriamo le grandi vette del nostro pianeta e il rapporto speciale che l’umanità ha con esse» afferma Cristian Ferrari, presidente di Sat che ha ricordato la doppia visione, tra «chi guarda verso l’alto» e «chi ha il coraggio di guardare verso il basso». Ferrari ha poi parlato di questa spedizione che ha raggiunto i 1140 metri di profondità in cui «gli speleologi della Sat hanno proseguito con nuovi risultati di un’impresa già straordinaria: raggiungere la profondità record nell’abisso del Laresot, una cavità che rappresenta un autentico enigma geologico e una sfida per chi osa esplorarla. Così è forte la determinazione di un alpinista che si muove verso una vetta, passo dopo passo, affrontando freddo, vertigini e fatica, allo stesso modo lo speleologo, con la stessa determinazione si immerge nella terra, nel buio profondo, affrontando il silenzio assordante, il freddo umido e l’ignoto. Se l’alpinismo ci invita a guardare al cielo, la speleologia ci richiama a conoscere le profondità, rivelando un universo altrettanto affascinante e altrettanto impegnativo. Il valore di queste due imprese è paritario: entrambe richiedono competenze, preparazione fisica e mentale, e soprattutto un’indomita passione per l’esplorazione. Sono testimonianze di un desiderio umano universale: spingersi oltre i confini conosciuti, sia verso l’alto che verso il basso». Nell’impresa che si è svolta per alcuni mesi e si è conclusa nei primi giorni di novembre, erano presenti Maurizio Sassudelli del gruppo Sat Vigolo Vattaro e Silvano Bertamini, Dino Salvaterra e Claudio Montagnoli di quello di Arco. Il gruppo ieri ha raccontato quello che ha vissuto e ammirato: «L’ingresso del Laresot porta a una grotta alpina bellissima, ma caratterizzata da un costante scorrimento di acqua e una temperatura che va da 1 a 4 gradi che ne rendono sempre difficoltosa la progressione. Molte sono state le uscite preparatorie prima di poter puntare di nuovo al fondo, ma siamo un gruppo affiatato e propositivo. Questo ha fatto la differenza». In agosto il gruppo ha allestito il bivacco interno a -500 metri dall’ingresso per poter dormire in grotta. «La stagione esplorativa è iniziata molto tardi a causa della gran quantità di neve primaverile alle alte quote e l’ingresso si è disostruito solamente a cavallo tra luglio e agosto, inoltre le grandi quantità d’acqua e il tempo sempre incerto non hanno certo agevolato l’organizzazione delle varie uscite» spiega ancora Sassudelli. La prima punta esplorativa è partita a settembre. «La grotta era ancora molto bagnata, quindi come prima cosa abbiamo corretto la progressione in alcuni tratti sul grandissimo e bellissimo Pozzo Incredibile, poi siamo riusciti a scendere fino a quota -1100m fino in fondo al “Pozzo Mille e una Notte” soprannominato così perché lì abbiamo passato la prima notte di permanenza al bivacco interno a -500m – ripercorre Sassudelli – Le dimensioni di questo pozzo sono sempre molto grandi e sua la forma assomiglia forse più a una grande diaclasi. L’uscita successiva è stata dedicata esclusivamente al posizionamento a parete di un telo in pvc su un terrazzone a -900m dove il pozzo crea un imbuto. Siamo così riusciti a non bagnarci troppo, ma il meteo non favorevole ha sempre tenuto molto bagnata la grotta». Tra l’1 e il 2 novembre c’è stata poi la seconda e ultima punta esplorativa durante la quale «girato un angolo dove la grotta sembrava finire nel nulla ci siamo trovati sul bordo di un pozzo bellissimo che ora attenderà le prossime uscite per essere sceso – racconta Bertamini – Una nuova verticale già soprannominata “Pozzo SAT Arco e Vigolo Vattaro” in onore della collaborazione che ha portato a questi immensi risultati, che vanno oltre le aspettative. Se per un alpinista la cima di una montagna è il punto di arrivo, per uno speleologo il fondo di una grotta è un punto dove non si vorrebbe mai arrivare per via della fame di esplorazione, in ambienti sempre nuovi e diversi dove poter essere i primi a portare la luce».