Le indagini
venerdì 13 Dicembre, 2024
di Simone Casciano
Il metodo è quello classico, consolidato negli schemi di Signoretti e Hager investigati dalla procura di Trento, l’affidamento diretto di lavori sotto la soglia per cui, gli istituti pubblici, non sono obbligati a fare una gara d’appalto. Un metodo questo, che ha messo in contatto Signoretti con un alto dirigente di un istituto di vigilanza. Un fatto, descritto nelle carte dell’inchiesta, che non costituisce reato (tanto che né Signoretti né il dirigente sono indagati per questo episodio), ma che racconta del livello di entrature e connivenze costruite nel tempo da Signoretti.
I fatti risalgono al maggio del 2021 quando è proprio il dirigente dell’istituto di vigilanza a contattare per primo Signoretti chiedendogli di realizzare una consulenza per la progettazione dei lavori presso la sede di Bolzano dell’istituto. Una proposta a cui Signoretti ha risposto favorevolmente, perché apriva la possibilità di accreditarsi con un istituto che ha molte sedi in Italia e poteva portare a ulteriori lavori. Il 26 maggio 2021 il dirigente contattava nuovamente l’imprenditore e in questo caso spiegava di voler costruire la collaborazione attraverso gli affidamenti sotto soglia. Il dirigente annuncia a Signoretti che sarà contattato da un collega di Bolzano per un primo affidamento dal valore di circa 38mila euro, in modo da rimanere sotto la soglia dei 40mila, ma che sarebbe stato l’inizio di una più lunga collaborazione. «Per vincoli Anac fissiamo un budget che è sotto la fatidica soglia dei 40.000, quindi noi che facciamo, ti facciamo questa sorta di incarico per un budget che ci consente di evitare la gara, mi segui? – dice il dirigente a Signoretti – E poi dopo però, non te lo possiamo ridare, dobbiamo ridartelo da un’altra parte, a Trento, capito? Mi sono spiegato». . Il dirigente non si ferma qui e dice a Signoretti che se è interessato si possono fare lavori anche per valori più grandi a quel punto però passando attraverso le gare d’appalto. «Oppure Paolo, se tu sei interessato veramente a questo tipo di rapporto, l’istituto, invece obbligato lo è e lo fa, fa le gare per importi, per lavori importanti, per esempio ti affida, che ne so per un budget di 300.000-400.000, mi segui? E poi ti da, o anche di più, e poi ti affida lavori di progettazione, di impianti, edili, strutture, in tutte le filiali, impianti anche particolari».
A questa conversazione ne fa seguito una con il funzionario di Bolzano che conferma l’intenzione di portare avanti il primo affidamento sotto soglia con la Heliopolis di Signoretti. A questo punto l’imprenditore contatta un suo collaboratore per svolgere il lavoro e gli spiega che, anche se si tratta di cifre modeste, va bene «per iniziare il rapporto» perché in questo grande istituto «entri con un piede e poi ci stai dentro. Questo è un mondo fatto di relazioni». In un’altra conversazione con un collaboratore, un ingegnere, a cui Signoretti propone di essere inserito nell’albo di chi è accreditato a fare i lavori per l’istituto e spiega che «siccome lui, è il responsabile qui di Trento e di Bolzano, ed è molto forte su Roma come vedi se adesso hai interesse ti faccio metter dentro nell’albo per far tutti i lavori delle sedi dell’istituto, in giro per l’Italia no? A Roma l’istituto ha sedi enormi». Questi affari sono poi diventati realtà, tanto che le carte dell’inchiesta ricostruiscono una fattura di 39mila euro emessa dalla Heliopolis di Signoretti nei confronti dell’istituto. Una storia in cui aleggia uno scambio. Si perché ad un certo punto il dirigente che aveva procurato i lavori a Signoretti lo chiama per parlare di una villa di sua proprietà in Sardegna che vorrebbe ristrutturare approfittando del Superbonus e chiede all’imprenditore arcense un favore personale. Una richiesta per cui Signoretti si mette subito al lavoro, coinvolgendo un suo collaboratore, ma che verrà poi accantonata perché il dirigente deciderà di aspettare la discesa del prezzo delle materie prime, rinunciando alle agevolazioni.
Il materiale presente nell’inchiesta arriva fino all’inizio del 2023, nel capitolo dedicato a questa faccenda la procura conclude non escludendo che ci siano state ulteriori collaborazioni tra l’istituto e le aziende di Signoretti. Collaborazioni che il «T» è riuscito a ricostruire. Il 28 dicembre 2023 infatti, risulta emessa una fattura di 18mila euro da parte della Eletta, un’altra azienda di Signoretti, proprio nei confronti dell’istituto.
Questa volta però alla sede di Trento. Proprio come aveva detto il dirigente.
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