La sentenza
giovedì 19 Dicembre, 2024
di Redazione
L’ex marito di Gisèle Pelicot è stato condannato alla pena massima di 20 anni di reclusione per averla drogata e stuprata, consentendo anche ad altri uomini di commettere violenze sulla donna mentre lei era incosciente. La sentenza contro Dominique Pelicot, 72 anni, è stata emessa dal tribunale di Avignone dopo che l’uomo è stato dichiarato colpevole di tutte le accuse a suo carico. Le violenze sono durate quasi un decennio. Il giudice principale del tribunale di Avignone, Roger Arata, ha pronunciato uno dopo l’altro i verdetti contro Pelicot e altri 50 imputati, dichiarandoli colpevoli «di stupro aggravato» nei confronti di Gisèle Pelicot. La donna era seduta da un lato dell’aula, di fronte agli imputati, mentre Arata annunciava uno dopo l’altro i verdetti di colpevolezza.
Durato più di tre mesi, il processo, che ha visto imputati oltre a Pelicot altri 49 uomini, ha mobilitato gli attivisti e alimentato le richieste di misure più severe contro le violenze sessuali. I pubblici ministeri hanno richiesto la pena massima per Pelicot e pene da 10 a 18 anni per gli altri imputati. Inoltre, hanno chiesto una pena di quattro anni per un altro imputato accusato di violenza sessuale aggravata. Gli stupri venivano consumati nella casa della coppia a Mazan, piccola città in Provenza, e altri luoghi. Dominique Pelicot ha testimoniato di aver nascosto sedativi nel cibo e nelle bevande che offriva alla moglie, rendendola incosciente al punto da poter fare ciò che voleva per ore. Uno degli uomini è stato processato non per aver aggredito Gisèle Pelicot, ma per aver drogato e stuprato la sua stessa moglie, con l’aiuto e i farmaci forniti da Dominique Pelicot, che è stato anche accusato di aver stuprato la moglie di quest’ultimo. Le decisioni del tribunale, comprese le sentenze, sono state prese con voto segreto dai cinque giudici. Gli attivisti contro la violenza sessuale sperano in pene detentive esemplari e vedono il processo come un possibile punto di svolta nella lotta contro la cultura dello stupro e l’uso di droghe per sottomettere le vittime.
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